19 Luglio 2016, 05:02
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CATANIA – Si divide in due tronconi il processo scaturito dall’inchiesta “Nero Infinito” che vede imputati sette esponenti del clan Mazzei e dei Piacenti per estorsione e usura. I “Ceusi”, cioè i Piacenti, hanno scelto il rito abbreviato, mentre i “Carcagnusi”, tra cui il capomafia Nuccio Mazzei, sono stati rinviato a giudizio e affronteranno il processo ordinario. La prima udienza per Sebastiano Mazzei, 44 anni, Franco Raciti, 49 anni, Lucio Stella, 41 anni, e Sebastiano D’Antona, 44 anni sarà il prossimo 29 settembre.
Il processo abbreviato, che vede imputati Rosario Piacenti, Massimiliano Piacenti e Salvatrice Viola, è già a un passo dalla sentenza. Il verdetto è atteso per il prossimo 26 luglio, salvo rinvii o repliche delle parti. Il pm Rocco Liguori, che ha coordinato l’inchiesta condotta dalla Squadra Mobile, ha formulato al Giudice le richieste di pena al termine di una dettagliata requisitoria di un’indagine partita dalle dichiarazioni del testimone di giustizia, Antonio Chiaramonte. Solo dopo anni di incubi l’imprenditore è riuscito a trovare il coraggio di affidarsi allo Stato e denunciare i suoi aguzzini. Era infatti finito sotto il ricatto di due dei clan più pericolosi di Catania: Ceusi e Carcagnusi. Il produttore del film “Baci Salati” è entrato nel programma di protezione nel 2014.
Il sostituto procuratore della Dda ha chiesto la condanna a 8 anni per Piacenti Rosario, 5 anni per Salvatrice Viola e sei anni e 8 mesi per Massimiliano Piacenti. Anche gli avvocati dei tre imputati hanno già discusso la loro arringa difensiva davanti al Gup.
E’ febbraio 2016 quando i presunti estortori e usurai finiscono in manette. Nell’ordinanza di custodia cautelare i racconti del testimone di giustizia che dal 2005 avrebbe pagato ai “Ceusi” una somma di 600 mila euro per un prestito iniziale di 200 mila euro. Gli altri 400 mila euro erano gli interessi che in alcuni mesi arrivavano al 10%. Chiaramonte ad un certo punto non sarebbe stato capace di “onorare” il prestito usuraio e avrebbe chiesto “l’intercessione” di Franco Raciti, affiliato dei Mazzei. A quel punto però i Ceusi avrebbero preteso dall’imprenditore il pizzo per una sua attività di ristorazione. Quando doveva uscire il film “Nero Infinito” – dalla pellicola horror il nome dell’inchiesta – avrebbero preteso il versamento di 5000 euro.
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19 Luglio 2016, 05:02