16 Luglio 2012, 21:07
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Non ci sta. A passare alla storia come il presidente del “fallimento” non ci sta. Così, di fronte a una pioggia di critiche sul possibile fallimento economico della Regione e sulla necessità addirittura del commissariamento, Raffaele Lombardo reagisce. Senza fare nomi e riferimenti precisi. Ma puntando l’indice contro la solita categoria: quella degli “ascari”.
“In questi giorni – scrive sul suo blog – è tutto un fiorire di dichiarazioni da parte dell’ascarismo siciliano più variegato e multifunzione: da chi grida al default a chi invoca il commissariamento della Sicilia, da chi chiede la soppressione dell’autonomia a chi vorrebbe l’intervento del governo nazionale. Evocano oggi la Grecia e domani il Portogallo ignorando che oggi, proprio oggi, lo spread ha superato quota 500 punti, il debito pubblico ha segnato un nuovo record, nonostante le continue manovre dissanguatrici degli ultimi governi, e la borsa continua a registrare soltanto il segno negativo”.
Insomma, il problema non è la Sicilia. Non è il governo. Non è la recente gestione della cosa pubblica dell’Isola. “In queste condizioni economiche generali, nazionali ed internazionali, – scrive infatti Lombardo – è naturale che regioni del profondo Sud, come la Sicilia, subiscano più di altre le difficoltà di un sistema che è stato portato al fallimento da chi ha governato l’Italia. Ed oggi gridano al disastro economico proprio coloro i cui antichi e nuovi padroni hanno generato il fallimento”.
Poi, ecco le rivendicazioni del governatore: il suo esecutivo (o meglio dire, i suoi esecutivi), hanno lavorato bene. “In questi anni di duro lavoro e di inenarrabili sacrifici, – prosegue il presidente della Regione – vorrei ricordare a quanti evocano clientelismo e malaffare che questo governo non ha fatto assumere alla Regione un solo nuovo dipendente e non ha combinato i soliti pasticci, ha riportato la spesa pubblica ai livelli di oltre un decennio fa, ha incrementato gli investimenti. Al momento opportuno – conclude Lombardo – smentiremo le chiacchiere degli ascari e dei nostalgici e renderemo conto ai siciliani di quanto tutto ciò è costato”.
E dello stesso tenore sono le dichiarazioni della nuova guida dell’Mpa, Giovanni Pistorio: “E’ gravissimo – ha detto – che per ragioni di feroce lotta politica si aggredisca l’istituzione autonomista. Tutti i soggetti che sono l’espressione più coerente del sistema di potere centralista sono in campo per eliminare l’anomalia siciliana, politica ed istituzionale. Vorrei ricordare a Ivan Lo Bello – ha aggiunto – che gli ultimi governi nazionali hanno già fatto la loro parte tagliando le risorse destinate al territorio, mettendo in ginocchio la nostra regione. Se è vero che da noi c’è un peso eccessivo della burocrazia e del sistema della pubblica amministrazione che ha avuto motivazioni profonde nel modello clientelare molto precedente a questo governo, i governi nazionali hanno mancato gli incentivi di qualsiasi politica di sviluppo e di investimenti infrastrutturali, ed è di questo che dovrebbe occuparsi un importante esponente di Confindustria. Ma l’amico Ivan Lo Bello – ha concluso Pistorio – preferisce solo aggredire il governo regionale autonomista, piuttosto che disturbare il governo amico delle banche”.
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16 Luglio 2012, 21:07