"Chi ha il video lo pubblichi, sono disposto a pagare"

“Chi ha il video lo pubblichi, sono disposto a pagare”

Rosario Crocetta si difende: "le immagini degli incontro sessuali non esistono". Montante, gli assessori, le nomine. "Vi dico la mia verità"

PALERMO – “Ho letto l’articolo. Se qualcuno ha il video lo pubblichi. Anzi, facciamo una cosa: sono disposto a pagare per la pubblicazione. Ovunque vogliano, anche su Youtube”.

A parlare è Rosario Crocetta, che contatta Livesicilia per dire la sua sul video che lo ritrarrebbe durante la consumazioni di atti sessuali con dei minorenni, la cui diffusione, secondo l’accusa, sarebbe stata stoppata da Antonello Montante.

Sul piatto dell’accordo corruttivo, dicono i pubblici ministeri di Caltanissetta, l’ex potente presidente di Confindustria Sicilia avrebbe messo non solo il video ma anche 200 mila euro per finanziare la campagna elettorale dell’ex governatore. Stessa cifra avrebbe sborsato l’imprenditore dei rifiuti Giuseppe Catanzaro.

“Da questi signori non ho ricevuto neppure un centesimo. La mia campagna elettorale è stata finanziata da altri imprenditori, tra cui Carmelo Turco e Rosario Amarù (anche loro di Confindustria e anche loro indagati) con regolari bonifici – racconta – . Tutto tracciabile. Spero che abbiano fatto le indagini patrimoniali sul mio conto. Come si fa a trovare le prove se non ci sono i soldi, la legge funziona che chi accusa deve portare le prove. Che poi, tornando al video, non capisco se sono vittima di una estorsione o no. Il video non esiste”.

Crocetta sarebbe finito nelle mani Montante che avrebbe persino scelto gli assessore della giunta regionale, prima Linda Vancheri e poi Mariella Lo Bello: “La nomina di Vancheri nasce per un rapporto politico dichiarato nel 2002 con quella Confindustria che combatteva il pizzo ed espelleva chi non denunciava. Quel rapporto è svanito tre anni dopo”.

Però Lo Bello e Montante erano strettamente legati: “La noma di Mariella Lo Bello era politica. Dopo le dimissioni di Vancheri il rapporto politico con Confindustra era chiuso. Per essere chiari, come ultimo atto prima che andasse via Vancheri propone la nomina di Alfonso Cicero a presidente dell’Irsap ma non poteva essere nominato. C’erano dei pareri tecnici contrari. Montante lo voleva all’Irsap, ora invece dicono che io non lo volevo perché Montante non lo voleva (Cicero entrò in rotta di collisione con Montante e le sue accuse sono importanti per la ricostruzione della Procura). Ci sono le delibere, tutti gli atti per ricostruire la faccenda”.

Perché il rapporto politico con Confidustria era venuto meno? “Non aveva funzionato e alla luce dell’indagine non era più opportuno. Confindustria mi attaccavo pure”.

Nessuna ingerenza politica e nessun favore a Montante, eppure la sua giunta diede il via libera, ad esempio, ad una ricca convezione con Unioncamere, di cui Montante era presidente, in occasione di Expo 2015. “Ci siamo affidati a Unioncamere – spiega Crocetta – che è un ente pubblico. Che c’era Al Capone al vertice non risultava da nessuna cosa. Era un presidente in piena carica che non aveva interdizione. Aveva una inchiesta in corso, come tanti, mai condannato. L’abbiamo affidata a Unionacamere, su proposta di Vancheri. Abbiamo chiesto chiarimenti e ci disse che si poteva fare. Non si possono guardare i fatti di ieri sulla base di quanto appare oggi, non avevamo la palla magica per individuare le cose”.

Montante grazie ad Expo avrebbe avuto la possibilità di lavorare con le sue aziende e con quelle di persone a lui vicine, e anche di nominare una sfilza di professionisti: “I nominati non erano amici miei e non mi sono occupato della gestione”, dice Crocetta che quelle nomine però ratificò: “Erano proposti dall’assessorato. Mi ha chiamato qualcuno? Ho chiesto favori? Ci sono dirigenti della Regione di allora e di oggi che hanno ricevuto sollecitazione da me? Nessuno”.

Di sicuro fu Crocetta a chiamare Giuseppe Catanzaro per avvertilo che senza un particolare impianto non avrebbe più potuto smaltire i rifiuti per conto della Regione e, secondo l’accusa, gli indicò pure come risolvere il problema: “(Crocetta ride) Feci un’ordinanza con cui obbligavo le imprese a dotarsi di impianto di biostabilizzazione. Tutti avevano risposto tranne Catanzatro che non voleva realizzare l’impianto. L’ho chiamato e gli ho detto. ‘Vedi che non ricevi più rifiuti se non fai l’impianto’”.

Non è opportuno che un presidente della Regione chiami un imprenditore provato anche solo per dei suggerimenti: “Chiamavo tutti i privati, mi serviva la loro collaborazione. Catanzaro per la mia ordinanza è rimasto fermo e ha perso tre milioni e mezzo di euro. È stato l’unico a perdere, ha subito un danno, se ero debitore di Catanzaro mi poteva ricattare”.

Ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini l’ex governatore può chiedere di essere interrogato o presentare una memoria: “Stiamo leggendo le carte. Ci vogliono giornate intere. Sarà il mio avvocato (Vincenzo Lo Re) a valutare cosa fare. Io sono qua, da buon cittadino aspetto. Io prendo sul serio le cose, però le dico che qui il morto non si trova perché non c’è, eppure c’è già l’assassino”.


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