16 Dicembre 2012, 16:41
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CATANIA – Non tradisce il dna e tira fuori la grinta Toti Lombardo. Dimostra carattere il figlio dell’ex Governatore siciliano e, senza peli sulla lingua, dice quello che pensa. Il deputato regionale del Partito dei Sicilian, in un’intervista rilasciata a Radio Catania (dal minuto 9.22 a 17.10), racconta i primi giorni all’Ars e colpisce duro gli accusatori e i parlamentari che hanno lasciato la “casacca” del movimento fondato da papà Raffaele. “E’ un’esperienza nuova e stimolante, ancora presto per fare bilanci perché l’attività vera e propria dell’Assemblea non è ancora iniziata – dichiara commentando queste prime settimane a Palermo – ma devo dire che l’impatto è positivo”.
Lombardo Junior chiarisce la sua posizione in merito alla decisione di Ardizzone di abbassare le saracinesche alla sede dell’Ars di Via Etnea a Catania. “Io concordo al taglio degli sprechi e dei costi inutili. Non penso che la sede catanese dell’Assemblea, però, rappresenti un costo inutile, anzi è una sede utile nella seconda città della Sicilia, e per chi ne usufruisce è una base d’appoggio importante. Quindi io sono contrario, invito il presidente dell’Ars invece ad essere più attento ai veri problemi e ai veri costi, magari evitando di eleggere altri due segretari all’interno dell’Assemblea che nell’arco della legislatura costano 600 mila euro ciascuno. E quindi si potrebbero risparmiare 1 milione e 200 mila euro in questo modo, invece che chiudendo sedi o puntando ad annunci spot che, alla fine, servono a poco”.
Toti Lombardo, uno dei più giovani “onorevoli” regionali, è consapevole del delicato momento politico che sta attraversando il Paese e la regione, e questo rende ancora più difficile il suo compito di rappresentante istituzionale dei cittadini. “Penso – analizza – sarà difficile gestire questa situazione a Palermo, come lo sarà a Roma quando sarà eletto il nuovo Parlamento, come lo sarà nei vari comuni dove si comporranno i nuovi consigli comunali. Purtroppo è un momento di confusione e di incertezza. Il rischio è che all’interno delle assemblee vincano quelle aggregazioni composte da soggetti che mirano solamente a posti di potere e di nicchie di interesse e non ad altro”. Ma come è visto Toti Lombardo dai colleghi d’Assemblea? Il più “carusu” (giovane ndr) o solo come il figlio di Raffaele? “Chi vuole pensare che io sia solo il figlio di Raffaele Lombardo – afferma Toti – a me fa solo un grandissimo favore, in modo tale che io passo sotto traccia come “u carusu”: poi quando abbasseranno un po’ l’attenzione – avverte – capiranno che sono ben altro”.
Il Partito dei Siciliani è protagonista di un fuggi fuggi generale (Giovanni Pistorio e Nicola D’Agostino sono alcuni dei nomi che hanno lasciato il PdS). Toti a chi ha abbandonato il progetto autonomistico ha qualcosa da dire? “Si è vero – afferma – stiamo assistendo ad un fuggi fuggi: un pugno di soggetti che fino a poco tempo fa erano all’interno del partito per succhiare potere, ora giustamente si allontanano perché alcuni raggi di questo potere stanno venendo meno. Penso, però, che sia un fuggi fuggi utile e fondamentale per la missione di questo partito. Perché il problema di questi anni è che questi approfittatori si sono piazzati dentro il nostro partito, ed ora, liberandocene, il movimento sarà più snello, più agevole e riuscirà meglio a parlare con le persone e a creare le condizioni per le quali si batte. Che vadano via e che vadano a riempire i partiti nazionali che hanno bisogno di questi approfittatori che succhiano sangue e poi cambiano partito quando il potere va altrove”.
Toti fa una precisazione: “Non è perché qualcuno se ne va che il messaggio di autonomia viene meno. Anzi questo messaggio deve essere rilanciato: la Sicilia deve dimostrare di essere capace di uscire da questo momento di crisi, ma non attraverso la politica delle banche e dell’austerity che ci stanno imponendo da Roma, ma facendo ripartire la regione puntando sulle politiche sociali, su un sistema creditizio diverso, su una generazione di politici “giovani” che credono nell’autonomia come chiave per lo sviluppo. E’ questo il messaggio da rilanciare, ed oggi con ancora più forza”.
E a chi accusa il PdS di essere un partito dove vige il clientelismo? Toti rispedisce al mittente: “Chi accusa di clientelismo questo partito è paradossalmente chi il clientelismo lo ha attuato, lo attua e, sicuramente, lo attuerà. Perché se qualcuno si è allontanato da questo partito teme che i raggi di potere che si prolungavano da questo partito non ci sono più e, quindi, li va a cercare altrove. Guarda caso ovunque ed in tutti i partiti dove oggi sembra questo potere si stia riposizionando e nei partiti di maggioranza dell’Assemblea regionale siciliana. Proprio loro non parlino di clientelismo perché loro sono i “cacciatori ” del clientelismo”. Chiosa l’onorevole Lombardo.
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16 Dicembre 2012, 16:41