Chiara Conigliaro, l'addio e il messaggio del medico

Gli indimenticabili occhi di Chiara e il messaggio: “Non li scorderò”

Cosa ci racconta la storia di una separazione. E quel messaggio...

“Non posso mai scordare quegli occhi e quel sorriso e la dignità con cui affrontava la sua malattia”. Rimbalza un messaggio, nell’eco dei whatsapp, avviando il telefono senza fili del dolore, quando a Palermo è una mattina sfolgorante.

L’ha scritto un medico dal profilo ignoto. Uno di quelli che hanno curato – secondo scienza, intelletto, cuore e coscienza – il notaio Chiara Conigliaro che, a trentasette anni, ha momentaneamente lasciato questo pianeta, i suoi cari e tutti gli altri, circondata da un amore immenso.

Abbiamo raccontato la storia, con il garbo di Monica Panzica, che ha raccolto le splendide parole di Dario, suo marito. Splendenti e coraggiose, nel comporre un inno alla speranza, nonostante il trauma della separazione dalla persona amata.

Ha detto Dario: “La nostra storia d’amore non finirà mai. Io, Sofia e tutti i tuoi cari, ti ameremo fino a lì”. Dove ‘fino a lì’ esprime un sentimento rivolto verso la presenza. Non possiamo abbracciarci, né parlarci con voce umana, né affrontare le giornate insieme. Ma ci saremo. “Fino a lì”, come una marcia sotto la pioggia, con gli scarponi e lo zaino, nella ricerca di un Paradiso di sole.

Dentro la stessa storia si mette in fila, con le lacrime di tanti, il cordoglio del medico sconosciuto. Un professionista della sanità. Uno che non abbandona le memorie e nemmeno questa. Se le porta a casa. Si sveste, ma indossa ancora, idealmente, quel camice. E marchia tutto sul telefonino. “Non posso mai scordare quegli occhi”.

Ecco – a pensarci bene – la rivelazione di un’eternità che procede con il tempo, nella fede fiduciosa di quell’altra, quando il tempo non passerà mai. Ed è anche la cronaca di una città che, nonostante le sue indifferenze diffuse, riesce a raccogliersi intorno a persone meritevoli di un affetto intramontabile. Per trarne ispirazione, perfino nello sgomento.

Gli occhi indimenticabili di Chiara – il suo sorriso, il suo cuore, il suo impegno, il suo coraggio – resteranno come una luminosità indelebile per lo sguardo di Palermo e saranno necessari nell’infondere forza. Lo hanno detto innumerevoli messaggi.

Il dolore si vede, nella fatica di salutarsi, momentaneamente. Ma si intravvede pure la speranza a sostegno del cammino di ognuno. La speranza che dice, ancora una volta: niente muore davvero, se è stato seminato dall’autentica bellezza.


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