Chiarastella lascia la Fortitudo | Il capitano approda a Biella

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01 Luglio 2017, 15:45

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AGRIGENTO – Quando era arrivato in quel di Agrigento, non aveva disputato stagioni di clamoroso spessore. Ma c’era qualcosa in lui che aveva fatto innamorare l’entourage della Fortitudo Agrigento. Sarà stata quella provenienza geografica, il nome di quella città argentina che per chi mastica di basket rievoca personaggi quasi mitologici. Bahia Blanca, sobborgo che affaccia sull’Oceano e che nel 1977 ha dato i natali a Emanuel Ginobili, uno degli artisti più efficaci del gioco sia in Europa che dall’altra parte dell’Oceano, in NBA. E proprio questa provenienza aveva portato con sè Albano Chiarastella, l’uomo che più di tutti ha simboleggiato la Moncada Agrigento in sei annate bellissime. Ora, dopo sei anni, il lungo argentino ha deciso di cambiare aria e cercare di dare alla propria carriera una svolta vincente, visto che è di queste ore l’annuncio del suo approdo alla Angelico Biella, formazione che nella stagione appena conclusa aveva finito in testa alla classifica il Girone Ovest di serie A2 (lo stesso di Agrigento), salvo poi uscire presto di scena ai playoff, vinti poi dalla Virtus Bologna.

Albano Chiarastella, con la Fortitudo Agrigento, ha vissuto delle annate ricche di significato sia per i risultati ottenuti in campo che per il legame sempre più forte con la gente della città dei Templi. Arrivato nell’estate del 2012 in Sicilia dopo alcune buone annate tra A dilettanti e serie B, il giocatore argentino si è fatto notare fin da subito per la sua duttilità (un lungo capace di tirare da 3 punti con buone percentuali è cosa rara a certi livelli) che per la grinta con cui decideva, di fatto, di vincere le partite per la sua squadra. Poi è arrivato il congiungimento con Franco Ciani, divenuto in breve tempo un suo maestro a prescindere dal ruolo di coach che avrebbe ricoperto in quel di Agrigento. In particolare nelle stagioni in cui la Moncada riuscì a vincere la coppa Italia di serie B, nell’anno in cui sarebbe anche arrivata la promozione in A2. Il popolo del PalaMoncada è sempre stato una spinta in più, e negli anni in cui la Fortitudo stava chiaramente alzando l’asticella fu lo stesso Chiarastella a fare da simbolo e da totem per i suoi compagni, guadagnandosi con merito i gradi di capitano.

Poi sono arrivate le due stagioni chiave per la carriera di Chiarastella ad Agrigento. Partiamo dal 2014/2015, in cui la Fortitudo raggiunse per il rotto della cuffia un posto ai playoff per la promozione nella massima serie. Grande voglia di lottare ma in un certo senso poco spazio per i sogni e le illusioni in casa Moncada, visto l’ottavo posto che proponeva subito dei duelli particolarmente accesi. Eppure, dopo la prima vittoria nel testa a testa contro Treviso, sembrava che qualcosa di magico potesse succedere. E chi lo pensava, non aveva tutti i torti: eliminata Verona, la grande favorita per la promozione, in quattro gare. Poi fu la volta di Casale Monferrato, l’ultimo ostacolo verso la finale: altro 3-1 e il sogno continua. Un sogno che sembrava poter prendere forma anche nell’ultimo atto, quando la Fortitudo era avanti 2-1 ed era a pochi minuti dal vincere anche gara4. Tuttavia, la classe e la maggior esperienza dei sabaudi portarono alla rimonta. E alle lacrime. La stagione successiva vide di nuovo Agrigento ai playoff, ma dopo la vittoria su Mantova al primo turno arrivò un secco 3-0 rifilato dalla Fortitudo Bologna. Quasi lo stesso copione di quest’anno, con la Effe di coach Pillastrini che ricevette una lezione in gara1 al PalaMoncada prima di innestare le marce alte, troppo alte per la Moncada.

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Ora si concretizza l’addio di uno dei simboli, se non il simbolo per eccellenza della Fortitudo Moncada Agrigento. Almeno sul parquet, almeno con scarpe allacciate e con pantaloncini e canotta ben aderenti al corpo. Ma anche fuori dal campo, dove Albano Chiarastella si è fatto amare ed apprezzare quasi più di quanto non abbia fatto in sei meravigliose stagioni da condottiero, da capitano e da leader.

E’ per eccellenza il “figlio” della Fortitudo Moncada, Giuseppe Cuffaro sarà ancora biancazzurro. Agrigentino doc e da sempre nella nostra grande famiglia.“Io sono onorato di indossare questi colori – dice Cuffaro – è quello che sogno fin da quando ero piccolo. Sono tifoso della Fortitudo e poterci giocare per me è davvero questione di onore e orgoglio”.Con la Fortitudo fin dall’Under 13, la trafila della giovanili e poi l’esordio in prima squadra. “Ho un rapporto bellissimo con coach Franco Ciani. Umanamente mi ha aiutato tanto, professionalmente non si discute. La nuova stagione? Ho una voglia matta di ricominciare. Cercherò di dare il massimo come ho sempre fatto. Il nuovo progetto mi entusiasma, sono un giovane e vorrei dare tutto per la Fortitudo”. Giuseppe Cuffaro è il volto dell’agrigentinità nella famiglia biancazzurra: “Vorrei fare un appello ai tifosi, dicendo che con loro sarà tutto più semplice. Vogliamo riempire il PalaMoncada proprio come merita. Avere il supporto della tifoseria non è importante è fondamentale”.

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01 Luglio 2017, 15:45

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