Imprenditore scomparso a Partinico| La moglie: “Un saluto, poi il silenzio”

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26 Giugno 2012, 11:10

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“Non abbiamo dubbi. Nostro cugino è stato rapito”. A dichiararlo sono i parenti di Aurelio Brugnano, l’imprenditore scomparso a Partinico, in provincia di Palermo. Dell’uomo 63enne non c’è traccia da domenica scorsa e le ricerche della polizia sono adesso diventate più serrate: nella sua macchina ritrovata in via Paruta, a Palermo, sono state ritrovate le chiavi appese, ma anche i documenti dell’auto. L’imprenditore è il titolare della “Cardioline” una ditta che si occupa della vendita di prodotti farmaceutici ed ospedalieri che si trova in piazza Poetessa Bonura, nella zona centrale di Partinico, il paese d’origine dell’uomo che, insieme alla moglie milanese e i figli della donna, vive a Carini.

“E’ una persona molto tranquilla – dice Laura Giammona, una cugina – e sappiamo tutti che non si sarebbe mai allontanato volontariamente. Qualcuno ha pianificato una trappola e noi, adesso, non sappiamo cosa fare”. Ma a raccontare le ultime ore prima della scomparsa, è la moglie dell’imprenditore, Augusta Daolio: “Siamo sposati da più di trent’anni – dice la donna a Live Sicilia – e lo conosco troppo bene per pensare che abbia deciso di andarsene. Non ho più avuto alcun segno di vita da parte sua da domenica pomeriggio. Erano le 17,30 quando ancora con gli abiti sporchi dall’attività di giardinaggio, mi ha detto che sarebbe dovuto andare a Partinico”. Brugnano, quindi, non aveva accennato nulla su un suo eventuale appuntamento a Palermo, dove invece è stata ritrovata la macchina. “Mi ha detto che doveva prendere alcune cose in ufficio – aggiunge la moglie – e che non voleva nemmeno cambiarsi i vestiti. Così mi ha salutato ed è andato via. Non era preoccupato. Subito dopo doveva tornare a casa perché eravamo stati invitati a cena da alcuni amici, quindi l’ho aspettato fino alle 20”.

Ma, come precisa la signora Brugnano, niente da fare: il cellulare del marito è risultato irraggiungibile da quel momento in poi. Un silenzio che continua fino ad oggi. “L’ho chiamato ogni mezz’ora – racconta – ma non sono mai riuscita a mettermi in contatto con lui. La paura mi ha assalito e tutt’ora, non riesco a spiegarmi perché si sparito nel nulla. Non abbiamo problemi in famiglia, noi andiamo molto d’accordo. Dei suoi affari invece non so nulla, mi ha sempre tenuto fuori da ogni vicenda lavorativa, ma so che l’azienda che porta ormai avanti da vent’anni non ha alcun problema. Io sto male – conclude – sono convinta si tratti di un rapimento. Spero soltanto di poterlo rivedere al più presto”. La stessa speranza che racconta di avere il fratello di Aurelio Brugnano, Roberto: “Lavoriamo insieme e la nostra ditta, nonostante la crisi, non ha mai attraversato fasi particolarmente critiche. Inoltre – aggiunge – non mi risultano contatti ambigui o amicizie strane. Anche io – conclude – non so più cosa pensare, spero soltanto che le indagini facciano venire a galla la verità”.

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Indagini che vengono condotte dalla squadra mobile di Palermo e dalla polizia di Partinico: a parlare, al momento, sono i parenti e i conoscenti dell’imprenditore. Al vaglio ci sarebbero diverse ipotesi, da quella del rapimento fino a quella dei debiti e, quindi, dei problemi economici, per questo la polizia sta anche analizzando la situazione economica della “Cardioline”, per valutare eventuali problemi a carico di Brugnano.

 


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26 Giugno 2012, 11:10

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