10 Luglio 2021, 19:12
1 min di lettura
CATANIA – Condannare l’ex sindaco di Acireale Roberto Barbagallo a 4 anni di reclusione. È stata questa la richiesta formulata dal pm Fabio Regolo al termine della requisitoria del processo battezzato Sibilla. Al già primo cittadino acese è contestata l’accusa di induzione indebita a promettere utilità in concorso con l’agente di polizia municipale Nicolò Urso e i venditori ambulanti Salvatore e Sebastiano Principato. Per Urso la richiesta di pena avanzata al Tribunale di Catania dal sostituto procuratore è stata quattro anni, 2 invece gli anni di condanna chiesti per i due commercianti.
Barbagallo, secondo l’accusa, avrebbe ottenuto sostegno per la candidatura nel 2017 all’Ars di Nicola D’Agostino (completamente estraneo all’inchiesta) dai due commercianti ambulanti, e in cambio avrebbe consentito loro di lavorare indisturbati nonostante alcune irregolarità emerse nel corso di un controllo ad hoc. L’ex sindaco ha sempre respinto gli addebiti evidenziano la correttezza e trasparenza della sua azione amministrativa.
Sono infine 2 gli anni chiesti per il geologo Alessio D’Urso e il funzionario comunale Salvatore Di Stefano rei secondo la Procura di aver concluso un accordo volto a pilotare un incarico per la progettazione della messa in sicurezza dell’alveo di alcuni torrenti.
Il pm ha chiesto l’assoluzione per la maggior parte degli imputati: Giuseppe Sardo, Ferdinando Garilli, Anna Maria Sapienza, Giovanni Barbagallo per il caso dei lavori della pista di atletica, Salvatore Di Stefano, Angelo La Spina e Salvatore Leonardi per il collaudo del cimitero, Giovanni Barbagallo e Salvatore Di Steafano, per l’episodio dell’indennizzo per la tromba d’aria.
Il processo continuerà con le arringhe della difesa. Si torna in aula a fine settembre e poi a novembre.
Pubblicato il
10 Luglio 2021, 19:12