24 Maggio 2013, 21:52
2 min di lettura
PALERMO – Il Megafono a Davide Faraone proprio non piace. Lo ha detto in passato e certo non ha cambiato idea. Questa volta però ci va giù duro: “Il Megafono? Prima si chiude e meglio è”. Parole forti che sottolineano una posizione precisa e soprattutto una tensione non sopita con il governatore Crocetta. Sono passati pochi giorni da quando l’ex sindaco di Gela, fra il serio e il faceto, si era candidato alla guida dei Dem. Allora il rottamatore palermitano commentò in modo perentorio: “Verrebbe da ridere se la crisi economica e sociale della Sicilia non fosse così grave. Invece c’è da piangere. Prima vuol fare un partito, poi candidarsi alla successione di Bersani. Caro Rosario non inseguire inutili miraggi, occupati della Sicilia, ne ha tanto bisogno”.
A distanza di un mese qualcosa è in cambiato. Infatti crocettiani in diversi comuni dell’Isola si presentano da liberi battitori, e in diverse realtà addirittura in contrapposizione al Pd. Succede a Modica, Piazza Armerina, Licata e Leonforte. Sono perlopiù le realtà in cui la componente crocettiana non è quella di democratici con un piede in due staffe, bensì di fuoriusciti da altri partiti: ex pdl, ex autonomisti ed ex centristi. A difendere quella che è la sua creatura però ci pensa il senatore Giuseppe Lumia. “A Catania, Messina e Siracusa c’è una solida alleanza – sottolinea – ed il Megafono è a fianco del Partito democratico”. Poi però aggiunge: “Il Megafono è dentro il Pd. Ci sono alcune realtà in cui c’è una contrapposizione? Sono casi isolati che non fanno testo”.
Le tensioni comunque ci sono. A improvvisarsi nell’insolito ruolo di mediatore inconsapevole è Fabrizio Ferrandelli, da poco entrato nel novero dei rottamatori. “Il Megafono può stare assieme al Pd anziché federarsi. Tra l’altro l’opzione di una confederazione non credo sia nemmeno prevista dallo statuto”.
Altro tema, inevitabilmente subordinato a quello del rapporto con i crocettiani, è la relazione con i Democratici riformisti per la Sicilia. Proprio la composita formazione centrista, guidata dalla presidenza onoraria di Totò Cardinale, ha infatti chiesto di federarsi con i democratici. Davide Faraone non le manda a dire. “Sono contrario alla federazione, anche i Drs prima si chiudono meglio è”. E Ferrandelli aggiunge: “Vengano dentro il Pd, non capisco perché vogliano utilizzare la formula della confederazione”.
Intanto, mentre i democratici dibattono su come disporre di due alleati vicini ma diversi, Lumia riprende a parlare da dirigente del Pd. “Serve porsi nei confronti del partito nazionale come Pd Sicilia, e non come riferimento della propria sottocorrente – dice l’ex presidente della commissione Antimafia –. In primo piano va messa la propria appartenenza territoriale, con le esigenze che lo stesso territorio porta avanti. E da questo punto di vista è importante aprirsi sia a sinistra che ai moderati”. Neppure troppo indiretto il riferimento al segretario regionale Giuseppe Lupo. Pesa, e non poco, un governo nazionale in cui la Sicilia è rappresentata soltanto da esponenti di centro e di centrodestra.
Pubblicato il
24 Maggio 2013, 21:52