27 Giugno 2015, 09:53
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BRONTE – Entro la fine dell’anno il Punto nascita di Bronte dovrà chiudere. La comunicazione definitiva è datata 6 giugno. Una chiusura prevista nel documento che la Direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero della Salute ha inviato all’assessore regionale Lucia Borsellino e contro la quale il nuovo sindaco, Graziano Calanna, non ha intenzione di arrendersi.
Lunedì l’incontro a Palermo del primo cittadino con l’assessore Borsellino e il presidente della Commissione Sanità, Giuseppe Di Giacomo, non ha fatto altro che ribadire una decisione che sembra ineluttabile. E oggi Calanna ha chiamato a raccolta le associazioni presenti sul territorio brontese insieme ai colleghi sindaci dei vicini Comuni di Maletto, Maniace, Randazzo, Cesarò e Santa Domenica Vittoria per fare loro un resoconto del vertice e stringere le fila per portare avanti una battaglia che, a sentire il coro unanime che si è levato nell’aula del consiglio, non può essere persa. Presente anche l’onorevole Concetta Raia che, sebbene in Comune per motivi diversi, ha preso anch’ella parte alla riunione, ribadendo l’importanza di una partita che, nelle sue parole, può essere vinta o persa ma che va fatta e che si giocherà tutta all’interno delle istituzioni.
Ad essere chiusi devono essere i Punti nascita con meno di 500 parti annui. Nove le deroghe alla chiuesure chieste dalla Borsellino al governo centrale. Solo tre, come riferisce Calanna, quelle accettate: Nicosia, Pantelleria e Corleone. Dunque fuori l’ospedale Castiglione-Prestianni che, come ha sottolineato il sindaco, “è l’unico ospedale vero del versante nord dell’Etna” ed “è al servizio di un comprensorio di circa 50 mila abitanti che, per caratteristiche orografiche, soffre di oggettive difficoltà nei collegamenti”. La voce del primo cittadino, accompagnata da quelle dei colleghi, si è levata forte nel puntualizzare che se deve essere un criterio numerico a sancire la chiusura o meno dei punti nascita, allora è bene che prima questi vengano messi in condizioni di pari opportunità con gli altri. “Non è pensabile, infatti – aggiunge – che un ospedale come quello di Bronte, dove ci sono lavori che durano da 8 anni ed è evidente una carenza di medici e strutture riesca a raggiungere l’obiettivo prefissato”.
Sostegno è stato assicurato dall’assessore Lucia Borsellino. Considerata infatti la difficoltà a tenere aperto il punto nascita, l’assessorato regionale alla Sanità si è detto pronto a lasciare attivo il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Bronte, potenziandone i servizi necessari per garantire alle donne adeguata assistenza nel periodo della gravidanza. Per il parto dovrà però essere lo stesso ospedale a trasferire le future mamme, accompagnate da un medico, in un centro dell’Asp attrezzato per affrontare ogni tipo di emergenza. Una soluzione che però ha destato non poche perplessità nei presenti alla riunione, in quanto a fare paura sono proprio quelle emergenze che non possono essere previste e la strada che dovrebbe essere affrontata per poter partorire.
Prossimo passo sarà chiedere un’audizione alla Commissione Sanità e al Ministero della Salute. “Ci presenteremo con le carte in mano. Sono convinto nella forza persuasiva del ragionamento”. Calanna vuole essere ottimista, la partita per lui è ancora aperta e solo all’inizio.
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27 Giugno 2015, 09:53