08 Settembre 2013, 10:57
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NICOSIA (ENNA) – “La misura ragionevole ed equa da adottare è la sospensiva della legge che ridisegna la geografia giudiziaria nel paese. E’ infatti una legge che non garantisce l’equilibrio nel territorio, le pari opportunità e certamente l’efficienza e la riduzione dei tempi della giustizia e che quindi va rivista”: lo dice Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia, a proposito del tribunale di Nicosia, di cui la norma in questione, varata nel 2011 dal governo Berlusconi, dispone la soppressione.
“Le proteste di queste giorni, a cui la Cgil aderisce- dice Pagliaro, che domani parteciperà alla manifestazione cittadina contro la chiusura della sede giudiziaria- mettono in campo e sottolineano il malessere di una popolazione che si sente abbandonata, per ultimo con questo provvedimento”.
Pagliaro rileva che “le dimensioni non piccole di Nicosia e i collegamenti viari di fatto inesistenti (dopo 40 anni la Nord-sud è ancora in costruzione), in caso di trasferimento a Enna renderebbero difficile l’esercizio della giustizia”.
“A dimostrare le contraddizioni della riforma e l’esigenza che su di essa si apra una riflessione– aggiunge il segretario della Cgil- sono la revoca ottenuta da sette tribunali (Caltagirone, Sciacca, Paola, Castrovillari, Lamezia Terme e Cassino, Urbino) e le innumerevoli proroghe di attività, anche parziali, concesse”. Pagliaro sottolinea che “in ogni caso La Sicilia non può permettersi nessun arretramento sul fronte dei presidi di legalità e giustizia”. E chiede al presidente della Regione, Rosario Crocetta, “di dire la sua in proposito con un intervento netto che scongiuri il trasferimento della sede giudiziaria a Enna e i disagi e le inefficienze che ne conseguirebbero. Il tribunale di Nicosia- conclude- non può e non deve chiudere, la decisione deve dunque essere revocata”.
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08 Settembre 2013, 10:57