Ciancimino jr divide anche il Csm: | “E’ obbligatorio fornire gli atti alla Dna?”

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20 Luglio 2011, 18:17

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Massimo Ciancimino continua a dividere. Dopo la diatriba fra le procure di Palermo e Caltanissetta, questa volta è il Csm a dividersi. Questo pomeriggio, una riunione congiunta della Sesta e della Settima Commissione di Palazzo dei marescialli ha, infatti, votato su istanza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. E l’esito è stato di 8 a 4, risultato trasversale alle diverse correnti della magistratura. L’argomento su cui i giudici sono stati chiamati ad esprimersi riguarda il diniego dei magistrati palermitani a passare gli atti dell’inchiesta su Ciancimino al procuratore nazionale Antimafia Piero Grasso.

Lo stesso superprocuratore, infatti, si era rivolto al presidente della Repubblica sostenendo l’obbligo da parte delle procure del Paese di trasmettere gli atti alla procura nazionale per consentire di svolgere il suo ruolo di coordinamento delle inchieste. Lo stesso aveva scritto al ministro della Giustizia, senza ottenere risposta, invocando un’azione legislativa per colmare il vuoto normativo. Perché sull’obbligatorietà per le procure di “passare le carte” a Roma la questione è aperta, come, tral’altro, dimostra la votazione di Palazzo dei Marescialli.

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Napolitano aveva chiesto al Csm di verificare se già dalle norme in vigore fosse possibile ricavare, in via interpretatitva, la pretesa di Piero Grasso di chiedere e ottenere i faldoni dalle diverse procure italiane. E, in caso contrario, di valutare l’eventualità di farsi promotori di una proposta di legge per stabilire questo vincolo. Ma è stato un nulla di fatto. Già nel 1994 la questione era finita sul tavolo del Csm che aveva concluso come il vincolo nei confronti della procura nazionale fosse implicito ma che serviva un’integrazione normativa. “Se il procuratore antimafia ha poteri di coordinamento è implicito che possa chiedere e che le procure abbiano il dovere di trasmettergli gli atti” sostiene oggi il laico del Pdl Nicolò Zanon. “Nella procedura penale occorre che ci sia la massima chiarezza sui rapporti tra uffici giudiziari, bisogna avere la certezza di nome che valgono per sempre” ribatte invece il togato di Magistratura Indipendente Antonello Racanelli.

L’esito del voto, comunque, ha visto la maggioranza esprimersi a favore di Piero Grasso ma sarà il il plenum del Csm, il prossimo 27 luglio, nell’ultima seduta prima di chiudere i battenti per la pausa estiva, a mettere a parola fine nell’ennesima diatriba che vede protagonista Massimo Ciancimino.

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20 Luglio 2011, 18:17

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