19 Novembre 2010, 21:27
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Un paragrafo delle 641 pagine in cui si articolano le motivazioni della sentenza di condanna in appello del senatore del Pdl Marcello Dell’Utri è dedicato a Massimo Ciancimino, il figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo, Vito, che i giudici peraltro avevano deciso di non sentire. “L’incontestabile progressione accusatoria che caratterizza -scrive la Corte- con ogni evidenza le dichiarazioni sul conto dell’imputato non può che irrimediabilmente refluire in maniera oltremodo negativa sull’attendibilità e sulla credibilità di Massimo Ciancimino (…) La Corte ha pertanto ritenuto che la pretesa rivelazione da parte del genitore sui presunti rapporti diretti Dell’Utri-Provenzano, che Massimo Ciancimino aveva peraltro taciuto per oltre un anno e 4 mesi, non era suscettibile di possibile utile approfondimento, oltre che manifestamente tardiva senza alcuna convincente e credibile motivazione”.
Ma è solo un esempio dei numerosi portati dai giudici, che concludono: “Tutte le superiori considerazioni hanno dunque indotto la Corte a dubitare più che fondatamente della credibilità ed affidabilità di un soggetto come Massimo Ciancimino finora rivelatosi, sulla base degli atti esaminati dalla Corte e con riferimento a quanto riferito sul conto dell’imputato, autore di altalenanti dichiarazioni che non ha esitato a rettificare o ribaltare nel tempo con estrema disinvoltura, senza supportare le sue oggettive contraddizioni con giustificazioni ragionevoli, accreditandosi come portatore di presunte conoscenze, quasi sempre de relato, perché attribuite alle pretese, ma non verificabili, rivelazioni di un padre defunto”.
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19 Novembre 2010, 21:27