Il tesoro di Ciancimino in Romania | Palermo “perde” l’inchiesta

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02 Dicembre 2013, 19:03

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PALERMO – La Procura di Palermo “perde” l’inchiesta sul tesoro rumeno di Massimo Ciancimino. Il giudice per le indagini preliminari ha stabilito che la competenza territoriale spetta a Rieti e Campobasso. Saranno, dunque, queste ultime due Procure a indagare sul presunto riciclaggio del patrimonio di don Vito Ciancimino nell’acquisto della discarica di Glina, la più grande d’Europa.

L’inchiesta, che ora lascia Palermo, ruota attorno al grande affari dei rifiuti. Massimo Ciancimino avrebbe orchestrato un piano per trasferire e ripulire in terra rumena una parte dei soldi accumulati dal padre.

Secondo l’iniziale ricostruzione della Finanza e del pubblico ministero Dario Scaletta, che però aveva chiesto l’archiviazione, gli ex soci di Massimo Ciancimino avrebbero contribuito a svuotare in Romania le holding che erano state sequestrate e confiscate dalla magistratura italiana. Per la mancata sottoscrizione di in irrisorio aumento di capitale di appena 3500 euro l’amministrazione giudiziaria aveva perso il controllo di Agenda 21, proprietaria in parte della Ecorec, che a sua volta gestisce i 119 ettari della discarica di Gline, non lontano da Bucarest. Il risultato fu che, nonostante un valore di 250 milioni di euro, la discarica fu venduta all’asta per poco più di un milione. Ad aggiudicarsela è stata la società Alzalea srl di proprietà dell’imprenditore molisano Raffaele Valente. Valente, Ciancimino jr sono finiti sotto inchiesta assieme a Pietro Campodonico, già amministratore delegato della Sirco, e ai fratelli Sergio e Giuseppe Pileri, soci di Agenda 21.

Il trasferimento dell’inchiesta, decisa dal Giudice per le indagini preliminari Giovanni Francolini, nasce dal fatto che quando si è in presenza di presunti reati avvenuti all’estero la competenza si radica nelle città dove risiedono le persone che il reato lo avrebbero commesso. In questo caso Valente e i Pileri sono originari di Rieti e Campobasso. Non è escluso che da Rieti il fascicolo possa finire a Roma dove la Procura ad inizio estate ha disposto non solo il sequestro preventivo della discarica di Glina, ma di tutto il patrimonio della Ecorec.

Palermo, dunque, perde un’inchiesta su cui incombe per altro la prescrizione. Difficile arrivare ad una sentenza in tempi utili visto che agli indagati non viene contestata l’aggravante mafiosa prevista dall’articolo 7.

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02 Dicembre 2013, 19:03

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