07 Giugno 2015, 21:15
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AGRIGENTO – L’ennesima impresa è stata solamente sfiorata. Lo sa benissimo Franco Ciani, che ha visto la sua Agrigento perdere l’opportunità di chiudere la serie tra le mura amiche e di ottenere la promozione in massima serie. Occasione persa, ma guai ad abbattersi. C’è ancora gara 5, anche se da giocare a Torino, e bisogna ripartire correggendo gli errori commessi: “Abbiamo fatto un cattivo terzo quarto, abbiamo smarrito il filo del discorso tecnico sia offensivamente che difensivamente. Proprio in difesa il problema è stato più grave. In attacco può capitare una giornata così, sono cose che capitano in una stagione del genere, ma la difesa è sempre stata la nostra assicurazione sulla vita. I ventisei punti del terzo quarto stridono. La loro zona ci ha messo in difficoltà e ha rotto i nostri ritmi, purtroppo dal perimetro non siamo riusciti a creare le situazioni giuste”.
Rimpianti per la partita, ma non per la stagione. D’altronde, dall’altro lato del campo c’era una delle corazzate di questo campionato: “Resta da valutare una grande prestazione di Torino, però con tre tiri liberi in più a segno oggi avremmo in mano la coppa. L’occasione quantomeno per pareggiare l’abbiamo avuta”. Non che fosse difficile aspettarsi una gara 4 con questa intensità da parte della Manital: “Ci aspettavamo la reazione di Torino, hanno giocatori di straordinaria carriera. Ora c’è gara 5 da loro, noi però abbiamo dimostrato di saper vincere da loro. Sarà comunque una partita diversa”. Non manca una polemica rivolta agli arbitri: “Andrò a rileggermi il regolamento. Se in ogni contropiede Piazza è per terra, vuole dire che è una scelta. Mi sembra strano che ogni volta finisce così. C’è fisicità, perché è una finale, ma è giusto che mi studi il regolamento”.
Può tirare un sospiro di sollievo coach Bechi, che adesso può giocarsi il match ball in casa: “Intendo fare i complimenti alla mia squadra per la partita di orgoglio che abbiamo fatto. Nell’ultimo quarto abbiamo sofferto, come d’altronde è successo a Verona e Casale. L’ambiente crea una grande empatia con la squadra, noi siamo orgogliosi e contenti. La nostra è stat una metamorfosi generale”.
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07 Giugno 2015, 21:15