Cimino: “Sette nuove linee di tram”| Ma i conti restano in rosso

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03 Novembre 2018, 15:34

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PALERMO – Un lieve miglioramento per Rap, ancora profondo rosso per Amat. Le partecipate del comune di Palermo hanno inviato in questi giorni le così dette trimestrali, ossia le relazioni che ogni tre mesi redigono per consentire al socio unico di poter controllare spese e ricavi. Documenti che, specie per Rap e Amat, sono significativi visti i ben noti problemi di bilancio: se la prima è alle prese con la vicenda Bellolampo, la seconda deve fare i conti con lo stralcio dei disallineamenti imposto dal sindaco che ha portato, nel 2017, a una perdita di 50 milioni di euro.

Nonostante questo, però, il numero uno di Amat Michele Cimino vede il bicchiere mezzo pieno e rilancia con le sette linee del tram: “Nel primo semestre del 2019 partiranno le procedure di gara per le prime tre delle sette linee – dice l’ex vicepresidente della Regione – Un sistema senza fili, con trazione autonoma e supercapacitatori e batterie di nuova generazione che sarà gestito da Amat e che costerà 700 milioni. Con le nuove linee Palermo completerà la sua rete su ferro, eliminando l’80% di bus termici e riducendo l’inquinamento in modo drastico”.

Un progetto su cui, però, pende la spada di Damocle dei conti. Le attuali linee del tram costano 12 milioni di euro l’anno, che non sono nemmeno coperti dal contratto di servizio col Comune, ed è per questo che Cimino ha chiesto l’intervento della Regione per un contributo chilometrico. “Non posso che essere fiducioso per la buona riuscita dei lavori delle nuove linee di tram, per un semplice motivo: attualmente la città è incompleta dal punto di vista della rete di trasporti su ferro”, dice il capogruppo dei forzisti all’Ars Giuseppe Milazzo, componente della commissione Bilancio che questa settimana ha ascoltato i vertici di Amat. “E’ importante che anche la Regione faccia la sua parte e sostenga l’iniziativa attraverso un proprio contributo consolidato, da trasferire ad Amat, o meglio a tutti coloro i quali puntano allo sviluppo del trasporto pubblico locale eco-sostenibile – continua Milazzo – Sono fiducioso che il Presidente Musumeci e gli Assessori Armao e Falcone sosterranno queste mie parole, a favore di un percorso indispensabile per la città”.

Il tram però, al momento, resta un grosso problema per Amat, così come la Ztl. La terza trimestrale 2018 fa segnare una perdita di quasi 1,2 milioni di euro, 700 mila in meno rispetto al terzo trimestre 2017: se autobus e tram sono in attivo di quasi un milione, la Ztl di mezzo e le zone blu di 450 mila euro, sono in perdita la segnaletica (-96 mila euro), la rimozione forzata (-75 mila) e il bike e car sharing (-223 mila). Ma soprattutto l’azienda ha alcuni costi che non sono coperti da entrate dirette, come quelli amministrativi pari a 2,6 milioni che assorbono il margine netto di un milione e mezzo.

Il punto è che i costi del tram non sono coperti e i ricavi del trasporto pubblico sono annullati e superati dalle perdite complessive dell’azienda, che riguardano anche la Ztl che, invece che 30 milioni l’anno, ne fruttati nel 2017 appena 2,2 (anche se nel 2018 i ricavi aumentano lievemente). L’Amat aveva addirittura minacciato lo stop al servizio dal primo agosto, minaccia poi rientrata, ma il tram resta “un elemento irrisolto di squilibrio”.

“La decisione dei vertici dell’Amat di far proprie le indicazioni venute dal sindaco per l’allineamento di crediti e debiti fra azienda e Comune è una importante scelta ‘di squadra’ che testimonia la sintonia e la comunità di intenti per il rilancio del servizio pubblico a Palermo in un quadro chiaro – dice il sindaco Leoluca Orlando – È importante che a questa scelta istituzionale segua, con la collaborazione di tutte le forze politiche presenti nel Consiglio Comunale, la adozione di un nuovo contratto di servizi che permetta anche un nuovo dialogo con la Regione che tenga conto della scelta fatta a Palermo per il trasporto su ferro”.

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Altra nota dolente è la carenza di personale, visto che è ormai vietato il ricorso agli interinali: gli autisti degli autobus sono stati dirottati in parte sui tram e l’unico modo per recuperarli sarebbe quello di limitare le corse sui binari. Da qui la richiesta, più volte avanzata da Cimino, di nuovi concorsi. In generale, nel terzo trimestre di quest’anno Amat segna un decremento della produzione dello 0,7% e una riduzione dei costi del 3,3%, con mezzo milione in meno per il personale. Sul fronte ricavi, paragonando il terzo trimestre 2018 con quello 2017, ci sono da segnalare 86 mila euro in più da biglietti e abbonamenti, 19 mila in più dalle strisce blu, 142 mila in più dalla Ztl ma anche 61 mila euro in meno dalla segnaletica stradale.

“A maggior ragione dopo l’approvazione del bilancio che, obbedendo al diktat di Orlando, ha stralciato 48 milioni di crediti vantati nei confronti del Comune, l’Amat ha necessità di un serio piano di rilancio – dice Marianna Caronia – Un piano che non può essere meramente basato su numeri e cifre, ma deve avere una visione e un piano concreto del trasporto locale a Palermo. Il Piano industriale di un’azienda di trasporto pubblico è prima di tutto un piano per la mobilità dei cittadini. Per questo chiederò, con i colleghi del M5s, che la Quarta Commissione dell’Ars convochi l’azienda e si faccia parte attiva perché le sue attività siano in sintonia con un più ampio piano regionale dei trasporti”.

Passiamo ora dalla Rap, che contiene le perdite attestandosi a 2,7 milioni per il periodo da luglio a settembre: un’azienda su cui grava il costo del Tmb di Bellolampo, 10,5 milioni non previsti nel contratto, ma che è alle prese anche con una sesta vasca satura e una settima da costruire. A conti fatti, Rap fa segnare sei milioni in meno di ricavi rispetto al previsto, ma anche spese inferiori per quasi tre milioni: il fatto che la discarica sia chiusa ad altri comuni ha portato quasi 2,6 milioni in meno, la manutenzione strade ha fatturato un milione e mezzo in meno.

Ma sono in calo anche le spese, con un trend confermato su tutto il 2018 e che fa vedere il bicchiere mezzo pieno. “Si registra una decisa maggiore contrazione dei costi che agevolerà, unitamente alle iniziative in corso sul fronte dei ricavi, l’inversione di tendenza rispetto al non lusinghiero andamento economico della prima metà dell’esercizio”, scrive la Rap. La sezione Igiene ambientale riporta risparmi per due milioni tra materie prime, ricambi, noleggi e manutenzioni, mentre è ancora elevato il ricorso allo straordinario: rispetto ai 50 mila euro previsti, se ne sono spesi 812 mila, il 1.625,1% in più, così come il domenicale fa segnare un aumento del 60%. Un boom che l’azienda prova anche a spiegare: “Il maggiore costo delle prestazioni di lavoro straordinario è legato esclusivamente alla carenza di risorse umane che, inesorabilmente, ha determinato una contrazione della forza lavoro da 2.400 unità a 1.850: il lavoro straordinario rappresenta l’unico modo per garantire i servizi”.

“Il quadro delle trimestrali della Rap e dell’Amat non può che preoccupare – dice il capogruppo M5s Ugo Forello – Per l’Amat è una situazione quasi insostenibile perché agli almeno 6-7 milioni di perdita 2018 adesso si aggiungono i 50 di euro di perdita del 2017 causati dalla direttiva del Sindaco. Una crisi anche di liquidità che preoccupa per il regolare proseguo delle attività. In questa situazione, pensare ad altre sette linee di tram sembra una pura e semplice follia. La Rap, invece, ha già fatto comprendere che potrà salvare la sua stabilità solo con un prossimo e già preannunciato aumento della Tari. Alla fine dei giochi a rimetterci saranno sempre i cittadini”.

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03 Novembre 2018, 15:34

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