Cimò, la difesa rinuncia ai testi |Di Grazia: “Revocate i domiciliari”

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22 Settembre 2015, 20:00

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CATANIA – Giallo Cimò: nuova pagina del lungo processo. Salvatore Di Grazia, accusato dell’omicidio della moglie Mariella scomparsa quattro anni fa, ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee alla Corte d’Assise. Un appello accorato ai giudici affinchè venga sostituita la misura degli arresti domiciliari a una persona di ottant’anni “accusato ingiustamente”. Ha ribadito, dunque, la sua innocenza e rimarcato la sua fiducia nella giustizia. Solo questa fiducia gli avrebbe dato la forza di non perseguire un gesto estremo. Questo il fuori programma dell’udienza che si è svolta oggi.

Non è stato esaminato alcun teste. Anzi la difesa, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Rapisarda, ha rinunciato agli altri testimoni. Non ci sarà dunque l’interrogatorio della giornalista di Rete 4, Ilaria Mura. Il pm Angelo Busacca però si è opposto alla rinuncia di ascoltare il marito di Giuseppina Grasso, la colf condannata in primo grado per favoreggiamento. Angelo Caserta potrebbe essere interrogato già nella prossima udienza fissata per il 16 ottobre. Il pubblico ministero ha anche chiesto la trascrizione di alcune intercettazioni ambientali che – a dire dell’accusa – smentirebbero alcune dichiarazioni di Di Grazia: una riguardante la possibilità di alcuni lasciti ai figli della Grasso e un’altra sul riferimento al brindisi “alla faccia degli invidiosi”, registrato poco dopo la scomparsa della Cimò.

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L’avvocato di parte civile Pappalardo ha chiesto accertamenti patrimoniali e anche di ascoltare in udienza un vicino di casa dei coniugi Di Grazia, che aveva già testimoniato in un procedimento sul maltrattamento d’animali.

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22 Settembre 2015, 20:00

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