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“Cinghiali e cani randagi rischiano di mettere in ginocchio le aziende” FOTO

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13 Settembre 2021, 13:07

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I problemi creati dai cinghiali, ma anche la presenza allo stato brado di migliaia di maiali inselvatichiti e di diversi
branchi di cani randagi sono molti e possono rischiare di mettere in ginocchio le aziende agricole e zootecniche presenti nel territorio del Parco dei Nebrodi. Per questo motivo è stata disposta una petizione che ha raccolto 132 firme.

“La proliferazione incontrollata di tali animali (accentuatasi negli ultimi due anni), rischia di mettere in ginocchio la precaria situazione economica in cui versano le aziende presenti sul territorio ma, fatto ancor più grave, determina una contingente situazione di concreto ed attuale pericolo per l’incolumità delle persone (specie turisti) che frequentano il Parco dei Nebrodi”. Si legge in una lettera inviata alla nostra redazione.

“A riprova di quanto appena esposto – continua la lettera -, giova evidenziare che nel decorso mese di Agosto un allevatore, titolare di un’azienda nel comune di Cesarò (Me), è stato vittima di un attacco da parte di un gruppo di suidi riportando gravi ferite agli arti, tanto da dover essere ricoverato in condizioni critiche presso l’Ospedale Papardo di Messina, stessa sorte, qualche giorno fa, è toccata al figlio, anch’egli attaccato da un branco di maiali all’interno della stessa azienda. La proliferazione incontrollata dei suidi, inoltre, ha provocato danni irreversibili alle colture tradizionali decimando interi ettari di seminativi, frutteti e piante autoctone, inquinando numerose sorgenti e cagionando ingenti danni alle recinsioni. La mancanza, in questi anni, di qualsivoglia azione di prevenzione ha, inoltre, notevolmente innalzato il rischio zoonosico – oltre che di trasmissione di malattie agli animali da allevamento.

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La crescita esponenziale dei suidi (molti dei quali incrociati con cinghiali), agevolata anche dalla elevata e riconosciuta capacità riproduttiva della specie, costituisce, altresì, un pericolo attuale anche sotto il profilo della sicurezza viaria, in ragione della loro presenza pressoché costante sulle principali arterie di collegamento tra i diversi comuni del Parco. Per rendersi conto della portata del fenomeno e delle implicazioni che lo stesso potrà avere nel breve-medio periodo, sotto il profilo dell’accennato rischio sanitario, della tutela dell’incolumità pubblica e della negativa ricaduta economica è sufficiente rammentare che una ricognizione aerea effettuata il 23 dicembre 2019 sul territorio del Parco ricompreso nei comuni sopra indicati ha consentito d’individuare, in un’area di circa 200 ha, ben 500 suidi! Ancor più allarmante è la presenza incontrollata di diversi gruppi di cani inselvatichiti, la cui pericolosità risulta accentuata trattandosi di animali che avendo perso il contatto con l’uomo (da cui non hanno più alcuna dipendenza né alimentare né affettiva) non ne hanno timore alcuno – tanto da spingersi sin dentro le stesse aziende agricole. Le foto che si allegano, testimonianza degli attacchi avvenuti in una delle aziende con l’uccisione in pochi giorni di quasi 50 capi, danno la misura del pericolo che incombe anche sugli escursionisti ed i turisti che frequentano il territorio del Parco dei Nebrodi.

Giova evidenziare, inoltre, che molti degli attacchi verificatisi negli ultimi anni non sono stati denunciati dai titolari delle aziende per il clima di sfiducia che regna nel territorio, ancor più accentuato dal mancato intervento delle Istituzioni nel sostenere economicamente le aziende colpite. Ne è prova il fatto che, nel caso di cui sopra, la richiesta d’indennizzo, avanzata ex Legge Reg.15/2000, dopo TRE anni (!) è rimasta lettera morta. Riteniamo che per intervenire non si debba e non si possa certo aspettare che anche in Sicilia si verifichino tragedie come quella che qualche giorno addietro, in provincia di Catanzaro, ha visto protagonista una ragazza di 20 anni sbranata da un branco di cani.

Orbene, con la presente si chiede alle SS.LL., ciascuna per quanto di propria competenza, di adottare in via d’urgenza tutti gli atti necessari e/o ad avviare tutte le necessarie procedure al fine di risolvere e/o contenere e/o gestire la situazione emergenziale sopra descritta, ai sensi della vigente normativa che, in casi come quello di specie, statuisce non un potere ma un vero e proprio dovere di intervento da parte di tutti gli organi competenti. In mancanza di un tempestivo ed efficace intervento di codeste spett.li amministrazioni, tra l’altro, i sottoscritti rischiano di subire gravi danni alle loro aziende, con ogni conseguenza anche in termini di danno erariale sia con riferimento agli inevitabili contenziosi che sorgerebbero, sia con riferimento all’economia di tutti i territori dei comuni coinvolti”

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13 Settembre 2021, 13:07

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