Cinisi: figlio del boss occupò casolare, chiesto rinvio a giudizio - Live Sicilia

Cinisi: figlio del boss occupò casolare, chiesto rinvio a giudizio

L'udienza è stata fissata per il 27 gennaio 2022

CINISI – Il pubblico ministero Matteo Delpini ha chiesto il rinvio a giudizio per Leonardo Badalamenti, figlio del boss di Cinisi, don Tano. Badalamenti jr è accusato di avere occupato un edificio pubblico – confiscato in precedenza al padre e assegnato successivamente al comune di Cinisi- sostituendo le serrature delle porte d’ingresso.

La vicenda ruota attorno al casolare rurale situato in contrada Uliveto, trasferito al patrimonio del comune di Cinisi, ma che dovrebbe essere restituito alla famiglia Badalamenti dopo che una sentenza della Corte di assise di Palermo ne ha revocato la confisca. I giudici avevano preso atto dell’errore che riguarda il fabbricato rurale e il terreno in contrada Uliveto. Una perizia, richiesta dagli avvocati Vito e Antonino Ganci che difendono Leonardo Badalamenti, aveva fatto emergere che si tratta di beni donati a don Tano Badalamenti, e a titolo gratuito, dalla sorella Fara Maniaci nel 1977. Erano finiti prima sotto sequestro e poi in confisca per un errore nella trascrizione della particella. Un errore materiale, dunque, che è stato corretto. Leonardo Badalamenti forte della sentenza si era presentato più volte in comune per avere restituito il bene. QUI IL RACCONTO DELLA VICENDA RACCONTATA DA LIVESICILIA

Non avendo avuto risposte un giorno è andato in contrada Uliveto e ha sostituto le serrature della porta d’ingresso. Un atto contestato dal sindaco Giangiacomo Palazzolo che ha denunciato l’accaduto. In quell’immobile in contrada “Chianu di Napoli” sono stati realizzati lavori per la realizzazione del mercato ortofrutticolo del Comune.

Leonardo Badalamenti è accusato anche di calunnia per avere denunciato il sindaco di Cinisi per la mancata esecuzione dolosa dell’ordinanza della corte d’assise del 2 luglio 2020. Badalamenti, secondo la procura, era a conoscenza che l’immobile da molti anni era stato trasferito al patrimonio indisponibile del comune di Cinisi e che l’amministrazione comunale aveva eseguito importanti lavori di ristrutturazione destinando il bene ad uso pubblico, e a ferma intenzione del sindaco di non procedere legittimamente alla restituzione dell’immobile in forza del codice antimafia.

La vicenda non è chiusa. Leonardo Badalamenti ha già presentato un precetto di rilascio al Tribunale civile. L’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio è fissata davanti al giudice del tribunale di Trapani Samuele Corso il prossimo 27 gennaio.


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