Cinque e la convenzione “su misura” | L’arrivo di Orlando fermò tutto

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20 Settembre 2017, 21:02

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PALERMO – L’affidamento della gestione del Palazzetto dello Sport di Bagheria sarebbe stata “pilotata”, ma l’arrivo di Leoluca Orlando avrebbe stoppato tutto.

Il sindaco Patrizio Cinque è indagato dalla Procura di Termini Imerese anche per il reato di  “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente” in concorso con Manlio Munafò, ex commissario straordinario della Città metropolitana di Palermo, e Salvatore Rappa, legale rappresentante dell’associazione sportiva Nuova Aquila Palermo. Abbiamo tentato, senza successo, di contattare Cinque per una replica.

Si tratta dell’ipotesi che ha fatto scattare l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per il sindaco del Movimento Cinquestelle. Secondo l’accusa, gli indagati si sarebbero messi d’accordo affinché la società sportiva ottenesse l’utilizzo del Palazzetto dello Sport intitolato a Carlo Alberto Dalla Chiesa ed Emanuela Setti Carraro.

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Il giudice Michele Guarnotta parla di “accordo collusivo” che emergerebbe dalle parole che Cinque rivolgeva a Munafò: “Noi non ne abbiamo problemi, appena fate l’avviso eh… noi comuni insieme… ad Aquila Palermo… facciamo, partecipiamo all’avviso… insieme al partenariato”. Il partenariato pubblico-privato era la chiave per avere la meglio sugli altri concorrenti.

Lo stesso Cinque spiegava a Rappa: “Facciamo quella convenzione là e ci presentiamo, quindi dovrebbe essere fatto su misura per noi, vediamo se mantiene la parola… te lo dico perché lui ora l’ho chiamato e gli ho detto: ma perché non avete scritto questo avviso che aspettavo? Ma io aspettavo che voi mi diceste che avevate.. che eravate a posto… con Aquila Nuova”. I due tornavano a discutere dell’argomento una volta pubblicato il bando: “Ho visto che hanno pubblicato adesso quel famoso avviso pubblico quindi se ci vediamo al più presto lo leggiamo e vediamo come partecipare”.

La procedura non andò in porto. Fu sospesa in dirittura d’arrivo quando il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, subentrò a Munafò come presidente della Città metropolitana. Lo spiegava il segretario generale Salvatore Currao a Patrizio Cinque: “Come lei sa, noi avevamo fatto quell’avviso… è subentrato il sindaco o professore Orlando”. Tutto si era fermato perché, annotano gli investigatori, Orlando ne avrebbe voluto parlare con il primo cittadino bagherese.

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20 Settembre 2017, 21:02

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