28 Giugno 2012, 08:00
2 min di lettura
Annullamento delle elezioni per i consigli di circoscrizione. E, “ove occorra”, anche di quelle per il consiglio comunale e il sindaco. Le ultime amministrative di Palermo non smettono di far discutere e gli strascichi polemici, e anche giudiziari, cominciano a farsi sentire. Questa volta tocca a Francesco Stabile, primo dei non eletti del Pdl alla Quinta circoscrizione, che ha deciso di ricorrere al Tar Sicilia per chiedere l’annullamento delle elezioni e della proclamazione dei 120 consiglieri di quartiere, nonché dei presidenti.
E proprio l’elezione diretta del presidente, e precisamente il numero dei componenti dei parlamentini locali, ha spinto Stabile, vicino al consigliere comunale del Pdl Giuseppe Milazzo, candidato alle prossime regionali, a rivolgersi alla magistratura.
Il ricorso, datato 22 giugno, contesta infatti la tanto vituperata riforma elettorale approvata dall’Ars nell’aprile del 2011 là dove prevede l’elezione diretta del presidente, ma non specifica se quest’ultimo faccia parte o meno dei 15 componenti del consiglio. Un’ambiguità che, secondo gli avvocati Giuseppe Fragapani e Alessandro Finazzo, ha inficiato la validità di tutta la consultazione. La Regione, infatti, avrebbe sempre considerato il consiglio come composto da 15 consiglieri più il presidente, ovvero 16 componenti totali, così come si evince dalle istruzioni per la presentazione delle liste; linea a cui si sono attenuti anche le commissioni competenti che hanno proceduto alla proclamazione.
Ma, scrivono i legali, lo Statuto del comune prevede 15 componenti e la riforma elettorale non ha modificato questo dato, ma ha semplicemente stabilito l’elezione diretta di un presidente che, comunque, farebbe parte dei 15. E a dimostrazione di questa tesi, gli avvocati indicano le circolari degli Enti locali che, parlando di province e comuni, distinguono tra sindaco e presidente e relativi consigli, mentre per i quartieri parlano genericamente di consigli senza operare alcuna separazione con i presidenti, che non sono presidenti di circoscrizione ma “presidenti del consiglio circoscrizionale”, e pertanto ne farebbero parte.
Una polemica non nuova, già sollevata in Aula da Milazzo e in seguito alla quale il comune ha chiesto un parere alla Regione che però non è ancora arrivato. “Si tratta di un grave vizio amministrativo – dice Milazzo – che ci consentirà di tornare a votare e, senza l’effetto Orlando, riconfermare non solo gli uscenti, ma di ottenere anche un seggio in più per i partiti di centrodestra e tutte e otto le presidenze di circoscrizione”.
Pubblicato il
28 Giugno 2012, 08:00