Cisl e Filca: “Per superare la crisi | occorre fare fronte comune”

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14 Settembre 2012, 18:12

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Cisl e Filca siciliane “raccolgono e rilanciano l’Sos di Confindustria e Ance”. E alle aziende siciliane lanciano “un appello per un patto d’azione comune che contribuisca ad alzare un argine contro la drammaticità della crisi e l’indifferenza e l’ignavia della politica”. Maurizio Bernava (nella foto) e Santino Barbera, segretari della Cisl Sicilia e della federazione regionale degli edili Cisl (Filca), rispondono così alle associazioni siciliane delle imprese, che nella serata di ieri hanno denunciato il rischio che il sistema produttivo regionale imploda, stritolato nella “morsa dei crediti vantati dalle aziende nei confronti della Regione e degli enti locali”.

“In Sicilia la soglia dell’emergenza è stata ormai varcata – si legge in una nota Cisl – a causa della crisi dell’economia che sta uccidendo le aziende sane, sta cancellando posti di lavoro, dà linfa al caporalato e al lavoro nero e favorisce il riemergere di faccendieri collegati in vario modo con vecchie e nuove mafie”. Per questo “è necessario – sottolineano Cisl e Filca – la mobilitazione sociale di sindacati e imprese, per costringere la politica ad affrontare seriamente i nodi della crisi e imporre alle pubbliche amministrazioni di pagare i debiti e di sbloccare appalti e piani per le infrastrutture”.

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Per Bernava e Barbera, il momento preelettorale non può costituire un alibi per nessuno. “Né può frenarci – scrivono – una classe politica distratta, inadeguata, incompetente a far fronte alle minacce della crisi economica e sociale”. Serve un fronte comune. E serve rivendicare anche “l’intervento risolutore del governo nazionale. Se del caso con poteri sostitutivi di quelli regionali”. La posta in gioco è alta, sottolinea il sindacato. Anche perché, il debito delle pubbliche amministrazioni siciliane nei confronti delle aziende edili e di quelle che operano nella raccolta dei rifiuti solidi urbani, tocca, nel complesso, la stratosferica quota di 2,5 miliardi di euro. Una spinta formidabile alla ripresa, se queste risorse entrassero nel circuito dell’economia. Invece, da un lato in Sicilia c’è un’ipoteca accesa su sistema delle imprese e posti di lavoro; dall’altro “c’è il rischio che la situazione regionale si riverberi pesantemente sul già precario equilibrio economico-finanziario del Paese”.

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14 Settembre 2012, 18:12

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