11 Novembre 2009, 16:02
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“Mi scusi, saprebbe dirmi a che piano abita Lina?”. Era questa la domanda più frequente che si vedeva rivolgere il portiere Mimmo dai clienti di Yan Zhang, nome in codice Lina, la cinese di 40 anni che gestiva una casa d’appuntamenti in un palazzo su via Isidoro La Lumia. E la risposta di Mimmo era ormai diventata automatica: “Quarto piano, interno 29”. La storia, a quanto pare, si ripeteva da circa un anno, anche se il portiere precisa che la Zhang aveva preso l’appartamento in affitto già verso la fine del 2007. Un bivani per l’esattezza, di proprietà di un palermitano. “Al citofono è tuttora segnato il cognome del padrone di casa e i clienti che venivano per la prima volta non sapevano a chi suonare – continua il portiere -. Non sa quanto fastidio mi dava la cosa, con queste persone che entravano di continuo”. Lina, peraltro, non era l’unico nome d’arte. Tra i clienti c’era chi cercava l’estetista, la massaggiatrice, la parrucchiera. Ma la risposta era sempre la stessa: “Quarto piano, interno 29”.
Il portiere non era l’unico a essere infastidito per la situazione. Anche altri condomini sapevano. Come Adriana, che vive al sesto piano: “Davanti al portone del palazzo, soprattutto al di fuori degli orari di portineria, vedevi uomini al cellulare che chiamavano la cinese per capire a quale piano salire”. Secondo Adriana, la presenza della casa d’appuntamenti era un problema soprattutto sotto il profilo della sicurezza: “Per me le persone sono libere di fare quello che vogliono, ma questo non significa che debbano disturbare gli altri. Una domenica, mentre ero da sola in casa, mi hanno suonato alla porta perché cercavano lei: ”Andatevela a cercare!”, gli ho risposto. Guardi, io ora sono felice”. Tra i condomini, comunque, c’è anche chi dice di apprendere la notizia direttamente da noi. Luigi è uno di questi: “Abito qui al sesto piano da più di 10 anni e di questa storia non ne sapevo nulla, anche perché sono quasi sempre fuori per lavoro. So che tempo fa c’era stata una riunione di condominio per discutere di qualcosa d’importante, ma io non c’ero andato. Avevo soltanto sentito parlare di qualche movimento strano, tutto qui”. Anche Vinicio, un architetto sulla cinquantina che abita al terzo piano, appena uno più giù dell’appartamento sequestrato ieri dalla polizia, riferisce che finora non si era accorto di niente: “Adesso, però, mi viene da ripensare a certi spostamenti di sedie e di letti al piano di sopra…”.
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11 Novembre 2009, 16:02