28 Luglio 2009, 11:13
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“Ogni anno versavo benefit in varie forme. Ma non lo facevo solo io”. Alla fine anche Giuseppe Castorina ha ceduto e ha cominciato a parlare agli inquirenti dello scandalo delle forniture mediche all’ospedale Civico di Palermo. “Pagavo 30 mila euro l’anno per Re e per il dottor Strano – avrebbe dichiarato ai giudici secondo qualto riportato dal ‘Giornale di Sicilia’ – finanziavo i loro viaggi per partecipare a convegni e congressi medici e non solo. Loro, in cambio, mi facevano favori per la mia attività di fornitore di materiale destinato ai loro reparti”.
Castorina, amministratore della “Med Line”, è stato coinvolto nell’inchiesta insieme a Carlo Marcelletti (morto suicida lo scorso 6 maggio scorso), Mario Re (primario prima rianimazione al Civico), Giustino Strano (responsabile servizio medicina iperbarica), Anna Claudia Leonardi (amministratice della “Emolife”), Adriano Cipriani (vice di Marcelletti alla divisione di cardiochirurghia pedriatica al Civico), Salvatore Colletto, Maria Rosa Caci (lavoravano entrambi nel reparto di Marcelletti). Rinviati a giudizio si troveranno di fronte al gup Marina Petruzzella il prossimo 22 settembre.
Le nuove dichiarazioni di Castorina, però, porteranno a un ulteriore stralcio dell’inchiesta – condotta dall’aggiunto Agueci, dai pm Demontis, Malagoli e Luise in collaborazione con la squadra mobile e la polizia tributaria della finanza – che si apre a tutti gli alti imprenditori del settore coinvolti, secondo Castorina, in truffe e corruzioni insieme ad altrettanti primari. “Altri miei colleghi imprenditori facevano le stesse cose che facevo io – avrebbe aggiunto Castorina interrogato dai pm – regalavano abbonamenti per le partite del Palermo, pagavano viaggi e altri benefit. E in cambio ottenevano pure loro acquisti gonfiati, vantaggi economici, favori su favori”. E conclude: “le consegne erano fittizzie. Io stesso aiutavo i primari a firmare le bolle di consegna, nelle loro stanze”.
Nonostante si tratti di parziali ammissioni, il cambio di atteggiamento dell’imprenditore gli è valso la concessione degli arresti domiciliari. Mentre un altro indagato, Mario Re, dopo la sospensione dal servizio per 60 giorni decisa dal gip di Palermo, è stato allontanato dalla provincia di Palermo per violazione degli obblighi a cui era sottoposto. Per Giustino Strano, invece, il Riesame aveva dichiarato “non sufficientemente gravi” gli indizi contro di lui: ha dimostrato che il materiale acquistato è stato effettivamente consegnato e utilizzato.
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28 Luglio 2009, 11:13