30 Gennaio 2017, 15:49
2 min di lettura
PALERMO – Le ferite al volto andranno via, quelle al cuore resteranno a lungo. “E non c’è modo di curarle se il rapporto tra medico e paziente continuerà ad essere così ostile”, dice Vincenzo Pio Trapani, il responsabile dell’unità di emergenza dell’ospedale Civico. Il medico, 60 anni, è stato aggredito da un giovane paziente giunto al pronto soccorso perché coinvolto in un incidente stradale.
Dopo le prime cure doveva essere trasferito nel reparto di Chirurgia plastica, ma avrebbe ritenuto i tempi d’attesa troppo lunghi. “Gli avevo appena detto che l’ambulanza stava arrivando – spiega il dottor Trapani – ma è andato su tutte le furie e mi ha afferrato le mani, poi il collo. A quel punto mi ha colpito in faccia, riducendo in frantumi i miei occhiali. Ho riportato danni alla retina, la prognosi espressa è di tredici giorni. Ma ripeto, quello che fa più male è sapere che non si può più lavorare bene, perché il rapporto di fiducia con i pazienti sembra ormai essere svanito nel nulla”.
Un allarme che prende sempre di più i toni di una vera e propria emergenza e che nelle scorse settimane è già partito da decine di pronto soccorso dell’Isola. Le aggressioni nelle aree di emergenza si moltiplicano e nonostante la mobilitazione dei sindacati la situazione sembra peggiorare. “Chi arriva al triage è spesso prevenuto – prosegue Trapani – ed ha un approccio violento con noi. Lavoro da trentasette anni al pronto soccorso e non mi era mai accaduta una cosa simile. Nonostante l’aggressione continuerò a fare il mio lavoro, come sempre. Non possiamo difenderci dai pazienti, si tratta di un problema sociale, di un imbarbarimento generale. I medici vengono visti come persone con cui creare conflitti e ciò colpisce in fondo al cuore”.
“Quello che è nuovamente accaduto – dice il direttore del pronto soccorso del Civico, Massimo Geraci – è frutto della situazione insostenibile nella quale lavoriamo. Ci sono problemi che devono essere risolti, perché siamo in un momento di forte rischio che prescinde dalla capacità del personale ospedaliero nel gestire questi eventi: l’escalation è incontrollabile in seguito al sovraffollamento, determinato soltanto in minima parte al picco influenzale di queste settimane. La situazione in pronto soccorso – aggiunge – è infatti critica in tutti i periodi dell’anno”.
Pubblicato il
30 Gennaio 2017, 15:49