Ospedale Civico, positivo al Covid-19| “Organizzazione improvvisata”

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07 Marzo 2020, 17:00

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PALERMO – Durissima nota del sindacato Cimo in seguito al ricovero del carabiniere, positivo al Covid-19 e con sintomatologia simil-influenzale, presso la prima rianimazione del Civico di Palermo. Il Cimo denunzia la mancanza di posti letto.

In una nota del vice segretario Angelo Collodoro si legge: “Risulta necessario mettere in evidenza alcune criticità, frutto dell’improvvisata e non equilibrata organizzazione sanitaria, messa in piedi per contrastare la diffusione del Covid/19 e gestire le complicanze da esso causate. Il ricovero in terapia intensiva del paziente è la conseguenza dell’assenza di posti liberi di isolamento disponibili, in reparti di malattie infettive, nei presidi ospedalieri della provincia di Palermo. L’occupazione impropria di un posto letto di terapia intensiva, per carenza di posti letto di isolamento in malattie infettive, non sarà più giustificabile, quando, si raggiungerà il picco di infezioni ed il conseguente numero di pazienti che necessitano di assistenza rianimatoria; il quel momento, come verranno gestiti i pazienti sintomatici che non necessitano di assistenza rianimatoria?”

La critica si estende a tutta la rete ospedaliera, non solo al Civico: “La direttiva regionale dimostra un’inappropriata e squilibrata distribuzione, sul territorio regionale, dei posti letto di isolamento a pressione negativa disponibili nei reparti di malattie infettive- aggiunge Collodoro -. Nel territorio della città di Catania sono previsti 36 posti letto a pressione negativa mentre nel territorio della città di Palermo i posti previsti sono 8. Non risulta accettabile un tale rapporto (4 a 1) relativo ai posti letto disponibili ancor più se ad essere immotivatamente discriminata è la città di Palermo, e la Sicilia occidentale, che, ancor oggi, è il capoluogo della Regione Siciliana e possiede una popolazione di gran lunga maggiore. Risulta ancor più sconfortante l’assenza di posti letto di isolamento a pressione negativa nelle terapie intensive della nostra regione che risultano, in totale, meno di dieci su tutto il territorio regionale”.

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Ed ancora: “Si assiste, inoltre, alla non applicazione delle direttive ministeriali, in gran parte dei presidi ospedalieri, in merito all’accesso dei parenti nelle aree di degenza; ciò determina spesso situazioni conflittuali tra il personale sanitario e gli accompagnatori dei degenti; nel percorso attuativo delle direttive, il personale sanitario non risulta coadiuvato dalle aziende le quali non provvedono a dotarsi di personale di vigilanza atto a garantire la sicurezza dei lavoratori”.

Infine il Cimo denuncia “la mancanza di dispositivi di protezione per il personale sanitario come mascherine e guanti e tute. Numerosi professionisti hanno provveduto, a proprie spese, all’acquisto di guanti, mascherine e tute per poter garantire la propria sicurezza e la sicurezza dei propri pazienti. Non è giustificabile, inoltre, la mancata attuazione di percorsi assistenziali pediatrici differenziati come accade all’ospedale Cervello di Palermo, dotato di un pronto soccorso pediatrico e privo di tensostruttura pediatrica. Ciò causa la commistione tra bambini e adulti. Infine, assistiamo – conclude – nella maggior parte degli ospedali della provincia di Palermo, ad una regolare attività ambulatoriale alla quale accedono liberamente i pazienti senza essere sottoposti ai dovuti controlli”.

 

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07 Marzo 2020, 17:00

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