18 Luglio 2016, 05:02
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CATANIA – Oltre 135 anni di carcere sono stati inflitti dalla prima sezione penale della Corte d’appello di Catania ai boss e ai soldati del gruppo santapaoliano della stazione, imputati nel processo (troncone abbreviato) di secondo grado scaturito dalla maxi inchiesta antimafia Reset. Il blitz decapitò l’organizzazione che aveva come capo Pippo Zucchero (processato con il rito ordinario) e che avrebbe avuto come riferimento della famiglia, Aldo Ercolano. A rappresentare l’accusa è stato il Pg Angelo Busacca che nel corso della requisitoria ha sviscerato i tratti salienti dell’apparato probatorio e delle accuse nei confronti degli imputati, tra i quali il figlio del boss Zucchero, Benedetto (condannato a 9 anni e 8 mesi). I ruoli chiave nel gruppo mafioso lo avevano anche Romano Cristofaro (genero di Pippo Zucchero), Davide Giuseppe Silverio e Domenico Zuccaro. Per loro una condanna a 20 anni di carcere. L’accusa di associazione mafiosa (416 bis) è stata totalmetnte confermata dalla Corte presieduta dal giudice Costa che ha escluso alcune aggravanti (mafiosa, numero di dieci persone e armata) dall’associazione finalizzata alla detenzione e spaccio di droga. Per alcuni pusher è caduto il reato associativo rispetto alla sentenza del Gup.
LE CONDANNE. L’esclusione di alcune aggravanti ha portato a riformare alcune condanne rispetto al primo grado. La Corte d’Appello ha rideterminato così le pene per alcuni imputati: Dario Marco Arena, 7 anni e 7 mesi, Francesco Liberato 11 anni e 8 mesi, Benedetto Zucchero, 9 anni e 8 mesi, Sebastiano Caruso, 4 anni e 4 mesi e una multa di 2000 euro, Alessandro Albergo e Alessandro Vella, 3 anni e 6000 euro di multa, Alessandro Scalia, 3 anni e 6 mesi oltre a 6000 euro di multa, Orazio Bonfiglio, 6 anni e 850 euro di multa, Francesco Faro, 5 anni e 10 mesi oltre a 1300 euro di multa, Gallo Angelo, 1 anno e 10 mesi oltre a 10 mila euro di multa (pena sospesa per 5 anni), Angelo Mirabile, 2 anni e 4 mesi. Confermata la sentenza di primo grado per gli altri imputati: 11 anni per Mirabella Salvatore, 6 anni per Puglisi Antonio, 20 anni per Romano Cristofaro, Davide Giuseppe Silverio e Domenico Zuccaro.
L’INDAGINE. Era il novembre del 2013 quando la Guardia di Finanza fece scattare le manette ai polsi di 24 “affiliati” al gruppo della stazione, storicamente affiliato alla Cosca Santapaola Ercolano. L’indagine permise di seguire, grazie alle intercettazioni, le mosse del gruppo tra il 2011 e il 2013 e di ricostruire l’organigramma. A impartire gli ordini, sarebbe stato “Pippo” Zucchero, che dal carcere avrebbe scelto i suoi “eredi”. Il genero Cristofaro Romano e il figlio Benedetto avrebbero rimesso in piedi gli affari. Le attività illecite erano diverse: droga, estorsioni, usura, rapine e “recupero crediti”.
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18 Luglio 2016, 05:02