“Quando me lo fai il regalo?” | Le accuse a Clemente

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27 Maggio 2015, 13:11

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PALERMO – Giuseppe Bevilacqua aveva fallito di un soffio la corsa a Palazzo delle Aquile. Nel magio 2012 fu il primo dei non eletti. E avrebbe cercato di correre ai ripari offrendo il suo pacchetto di un migliaio di voti ad un un altro candidato, Roberto Clemente, alle regionali del novembre successivo. In cambio Clemente gli avrebbe promesso che qualora avesse vinto si sarebbe fatto da parte per lasciargli il posto a Sala d’Ercole, visto che Clemente era ed è anche consigliere comunale a Palermo (entrambi erano candidati nel Pid-Cantiere popolare). Una promessa non mantenuta.

Nell’agosto del 2012, Bevilacqua viene intercettato mentre spiega alla madre Pietra di avere parlato con Clemente: “Dice: ‘ormai abbiamo chiuso questo accordo’ dice: ‘Io salgo, io mi dimetto tu te ne vai al comune io alla Regione e Antonello Antinoro alle nazionali e facciamo la squadra di Antonello Antinoro”. Poi, telefona alla sorella Teresa: “Ieri ho fatto quest’incontro con Roberto Clemente… c’era pure Anna con me… abbiamo fatto il gatto e la volpe a dirgli: ‘Anna non ti preoccupare. si dimette…’ e lui dice: ‘Ma che fa scherziamo, c’è la mia parola l’accordo, ci mancherebbe… di qua, di là… sono tutti in ferie ovviamente e questo incontro che dobbiamo fare con Antonello Antinoro e Saverio Romano per… appena si presentano le liste… ‘ dice, ‘…. formalizziamo il tutto”.

Che davvero Bevilacqua si sia attivato per procacciare i voti a Clemente emergerebbe dall’intercettazione del 26 settembre 2012. Le loro voci sono rimaste impresse nei nastri magnetici: “Come siamo Robè”. “Bene Giusè. Tu”. “Eh, ascoltami, al 95% è chiuso l’accordo con Salvo Geraci che mi ci sono andato a mettere là tutta la giornata”. “Ah, perfetto”. “Ti volevo dire siccome ti devo portare persone nuove dell’Amat… ora c’è un altro che l’ho convinto che addirittura… che tu lo conosci, dice pure, perché lui abita all’acqua dei Corsari, a Ciaculli…. e gli ha fatto avere centocinquanta voti… a Totò Lentini”.

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A Scrutino avvenuto Clemente raccoglie 7267 voti. Si può esultare. Il 30 ottobre Bevilacqua chiama Clemente per complimentarsi: “Roberto, come ti senti?”. “Bene, bene, stanco ma bene”. “Ah e vabbè, l’importante che c’è stata la vittoria, ma alla fine dice che sono centotrentasette voti (quelli che separano Clemente da un’altra candidata, Marianna Caronia, con la quale si contende il seggio ndr), allora ti posso chiamare onorevole?”; “E sì penso di sì. Ora vediamo quando è l’insediamento…“; “Io… a me mi hanno fatto. mi fanno pure gli auguri. io però faccio … come dire. gli devo dire si? “No, Giusè. ci mancherebbe… tu lo sai tu… non è che…”; “Lo so .. io so Robè… volevo questa sicurezza da te anche se non avevo dubbi dico”; “Va bene? Ci vediamo presto”; “Okay, ma più tardi sei in segreteria?”; “Sì sì”.

Nonostante le rassicurazioni Clemente non mantiene la promessa e Bevilacqua attende fiducioso qualche mese. Poi, perde la pazienza e chiama l’onorevole. È il 31 dicembre 2012: “Questo regalo quando me lo fai Roberto?”. Risposta del deputato: “… vai parlando assai per ora”. Bevilacqua: “No Roberto. Robè non è così. Sono gli amici che mi spingono…”: Clemente: “Ci vediamo la prossima settimana”. Niente, la situazione non cambia tanto che Bevilacqua avrebbe contattato Antonello Antinoro, allora deputato europeo e pure lui sotto accusa per voto di scambio. “Il grande” – è la parola che Bevilacqua usa per riferirsi ad Antinoro – si sarebbe mostrato rammaricato per quanto stava accadendo. Clemente, però, non si è mai dimesso.

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27 Maggio 2015, 13:11

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