22 Febbraio 2017, 07:07
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PALERMO – Le Sim erano bollenti. Le ordinazioni ai pusher arrivavano anche da tanti telefoni di servizio. Utenze intestate all’assessorato regionale alla Sanità, all’Ars che li assegnava ai collaboratori dei deputati e persino alla Corte dei Conti.
E poi c’erano le telefonate di avvocati penalisti, alcuni dei quali pizzicati già nell’indagine delle scorse settimane, un politico, un assistente della polizia destituito perché scoperto, un giornalista, imprenditori, venditori di automobili e donne molto conosciute nella movida. A giudicare da questa nuova inchiesta la cocaina anima le notti palermitane. Il fenomeno è trasversale. Ci sono esempi in ogni categoria professionale.
Tra i pusher più conosciuti c’è Giuseppe Cutino. Il suo arresto, un paio di anni fa, ha dato il via alle indagini sfociate ora nel nuovo blitz dei poliziotti agli ordini del capo della Mobile, Rodolfo Ruperti. Era Cutino a ricevere le telefonate di un’organizzatrice di feste che comprava per sé e, una volta testata la merce, suggeriva agli amici il contatto del suo pusher di fiducia. I due si erano dati appuntamenti in piazza Magione. Nella giacca indossata dalla ragazza c’era una bustina con un grammo di cocaina.
“Scendi che sto passando”, diceva Cutino ad un avvocato con studio nella zona di piazza Vittorio Emanuele Orlando, a due passi dal Tribunale. Il legale non poteva allontanarsi e allora “…va bene salgo io, che piano è?”. Un altro avvocato, collega di studio del primo, preferiva che il pusher non salisse: “… ci vediamo in portineria, proprio in portineria però, fammi questa cortesia”.
Dall’utenza degli uffici regionali di piazza Ottavio Ziino partivano gli sms di una donna che chiedeva, in un linguaggio convenzionale, “pietra lunga e stretta”. Dopo Cutino nell’inchiesta è entrato in gioco un altro spacciatore molto noto in città, Antonio Napolitano. A lui si rivolgeva un’altra donna della movida che comprava cocaina per consumo personale, ma faceva da intermediaria anche con altri clienti. Sapeva, infatti, dove e come comprare cocaina di ottima qualità. Il “Droga taxi” era sempre attivo e gli spacciatori facevano il giro delle consegne in pizzerie, pub, enoteche e discoteche.
A volte qualcuno raccoglieva le ordinazioni per gli amici: “Domani Di pomeriggio… ti ho dato la mano. ..paga lui”. E Napolitano rispondeva: “Non può essere 600 già è assai ti ho fatto cortesia… domani se non mi fai avere tutto vedi che facciamo discorsi io te lo dico scendi Le dosi erano di volta in volta chiamate con parole in codice come “ceres”, “cataloghi”, “persone a cena”.
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22 Febbraio 2017, 07:07