Cocaina e movida, 3 arresti| Lo spaccio tra Palermo e Cefalù

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10 Settembre 2019, 08:16

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CEFALU’ (PALERMO) – Due finiscono in carcere, uno ai domiciliari. E’ il risultato dell’operazione antidroga dei carabinieri, denominata “Neve d’estate”, che ha smantellato la rete dei pusher di cocaina della movida della provincia. I carabinieri della compagnia di Cefalù hanno arrestato Ignazio D’Antoni, 52 anni, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, con l’applicazione del braccialetto elettronico; Marco Marsala, 40 anni, palermitano, trasferito in carcere, e il fratello Giuseppe Marsala, 43 anni, anche lui finito in cella.

L’indagine è stata avviata nel febbraio del 2018, quando Marco Marsala, già sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di Palermo, era stato sorpreso dai carabinieri sulla statale 113 in direzione Cefalù a bordo della sua auto, mentre trasportava 15 grammi di cocaina, avvolta in un cellophane all’interno del copri bullone della ruota posteriore destra. Gli accertamenti hanno consentito di inserire l’episodio dell’arresto in un contesto illecito di più ampia portata, in particolare emergevano le figure di Marco Marsala e Ignazio D’Antoni, nella rete di distribuzione di sostanza stupefacente lungo la tratta Palermo-Cefalù. 

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“Da quel momento ha avuto origine una complessa ed articolata attività d’indagine che ha consentito di far luce su un pericoloso sodalizio criminale dedito allo spaccio di  cocaina a Cefalù – dicono gli investigatori – individuare i canali di rifornimento nel quartiere Villagrazia di Palermo, per il tramite dei due fratelli Marsala, che, in concorso tra loro, assicuravano l’illecito canale di rifornimento nel quartiere “Villagrazia di Palermo”, mentre un terzo complice provvedeva allo smercio della droga sul territorio di Cefalù, per un cospicuo giro d’affari di oltre 10.000 euro al mese durante il periodo estivo. Nel corso dell’attività d’indagine sono state tratte in arresto in flagranza di reato 7 persone e sequestrati complessivamente oltre 150 grammi di Cocaina che venduta al dettaglio avrebbe fruttato un illecito guadagno di oltre 25.000 mila euro.

 

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10 Settembre 2019, 08:16

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