26 Luglio 2015, 08:30
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TEMÙ (BRESCIA) – Zdraveite, Chocho. Basta poco per rompere il ghiaccio con un ragazzo che fuori dal campo è tutto l’opposto di quello ammirato nel rettangolo di gioco. Perché a vederlo in quei novanta minuti a settimana, Ivajlo Chochev è tutto fuorché un giocatore timido. Non può essere timido chi infila la gamba in mediana per spezzare le azioni avversarie, così come non può esserlo chi per oltre un mese ha visto la porta quasi come un bomber, grazie ai suoi inserimenti senza palla. Situazione diversa, invece, quando gli “avversari” sono taccuini e microfoni, in una lingua che pian piano inizia ad essere meno ostica, ma che ancora non è perfetta. Per rompere il ghiaccio, come già detto, basta poco. In questo caso due parole in lingua bulgara, ricordando anche l’adolescenza tra Pleven ed Etropole.
È proprio ad Etropole, paesino di nemmeno ventimila anime, che il destino di Chochev cambia. L’incontro con un mostro sacro dello sport bulgaro come Hristo Stoichkov, l’ingresso nella sua accademia a soli cinque anni e la crescita fino a diventare un titolare in Serie A. Una scalata verso il successo che non accenna a fermarsi, e che il pupillo di Zamparini ripercorre a LiveSicilia Sport: “Ad Etropole ho vinto un campionato under 17 con l’Accademia di Stoichkov, poi sono passato al Cavdar in Serie B bulgara e abbiamo vinto anche lì il campionato”, ricorda Chochev, che da Stoichkov non ha preso soltanto consigli per la sua avventura in Italia: “Mi ha aiutato tanto, lo ringrazierò sempre per questo. Con lui non ho tantissimi contatti, però ci sentiamo nelle occasioni speciali, come quando festeggiamo il compleanno. Mi chiama sempre per farmi gli auguri”. Un gesto importante per un giovane cresciuto quando ormai l’ex Barcellona era entrato nel mito del calcio internazionale, a riprova di come abbia lasciato il segno nella sua Accademia: “Per ora soltanto io ho fatto il grande salto, ma chissà che non ci riesca qualcun altro”.
Intanto la sorte ha estratto il suo nome nella grande lotteria del calcio europeo. Una chiamata meritata sul campo, con diverse tappe già attraversate: da Etropole a Sofia, dove il Cska non poteva ignorare il suo talento, poi gli occhi delle big europee. Un incontro ravvicinato col Barcellona quando era ancora un ragazzino, il sogno di Glasgow sfumato sul nascere e il duello sul mercato tra Monaco e Palermo, che ha visto prevalere i rosa. Un anno dopo, è inutile dirlo, la scelta di Palermo si è rivelata vincente: “Di Palermo mi ha convinto tutto. Tutto quel che c’è a Palermo mi fa pensare di aver fatto la scelta giusta. Il mare, il cibo, ma anche il presidente e i compagni”.
Proprio quei compagni che lo hanno aiutato ad integrarsi subito sono stati i primi maestri. Se Andelkovic gli ha permesso di conoscere meglio la città, diventando la sua spalla nelle consuete visite al santuario di Santa Rosalia, in campo sono stati altri ad avergli dato le indicazioni giuste per crescere: “Lo scorso anno ho imparato tanto da Barreto, è un giocatore forte, ma quest’anno tocca a noi giovani”. Plurale d’obbligo, dato che il Palermo ha deciso di ringiovanirsi ulteriormente in questa sessione di mercato, puntando su ragazzi pronti ad esplodere: “Sono arrivati tanti giovani, tutti ottimi giocatori e bravi ragazzi fuori dal campo. Con loro credo che il Palermo sia diventato più forte”.
Un Palermo che può solo puntare a migliorarsi, dunque. Un gradino in più per confermare quanto di buono fatto lo scorso anno: “Per me è importante prima la condizione fisica. Lo scorso anno ho disputato un buon campionato, ma si può sempre migliorare. In Serie A è tutto più difficile, ci sono squadre molto forti con giocatori importanti. Noi però dobbiamo continuare a dare il massimo in campo”. Le ambizioni non mancano, anche se quando si parla di Europa si cerca sempre di volare basso. Quello di tornare a calcare i palcoscenici internazionali è un sogno che tutti vorrebbero realizzare, Chochev incluso, ma quando si parla di obiettivi è meglio mantenere i piedi per terra: “Ci aspetta un anno difficile. Tutte le squadre in Serie A sono forti, ma il nostro obiettivo principale è salvezza. Poi se ci sarà da puntare all’Europa, vedremo”.
Parole sagge quelle di Chocho, così come lo chiama Iachini in allenamento. Parole che Iachini non potrà che apprezzare, dato che col basso profilo ha costruito prima un gruppo, poi una squadra capace di dare nuovamente soddisfazioni ad un pubblico esigente come quello palermitano. E Ivajlo, che grazie a Iachini ha trovato subito spazio in Serie A, non può che tesserne le lodi: “Iachini è una persona troppo importante per noi e per tutta la squadra, io da lui ho imparato veramente tanto, in ogni allenamento. Posso soltanto dirgli grazie”. Bravo Iachini, ma bravo anche lui a sapersi adattare a più schieramenti: “Mi piace il nuovo modulo provato dal mister, d’altronde lui sa come dobbiamo giocare. Non è importante per noi il modulo, comunque”. Anche perché, sognando Pirlo e Özil, Chochev potrebbe vedersi in un ruolo ben diverso da quello attuale: “Ma a me va benissimo come mi utilizza il mister – sottolinea il centrocampista – d’altronde lui sa meglio di me come utilizzarmi”.
A dimostrarlo è il campo. Da quando Iachini l’ha lanciato da titolare al posto di un Barreto infortunato e ormai in rotta con la società, Chochev ha dimostrato di poter essere un valore aggiunto grazie alle sue caratteristiche da centrocampista box-to-box. Un’arma tattica rivelatasi fondamentale per il Palermo e non solo, tant’è che il c.t. della nazionale bulgara Penev ha deciso di fargli fare un altro salto, quello dalla nazionale under 21 alla nazionale maggiore. E adesso che ci avviciniamo ad Italia-Bulgaria, in programma il prossimo 6 settembre proprio al “Barbera”, Chochev spera di poter avere anche l’appoggio di quella che è diventata ormai la sua casa: “Spero di essere titolare. In quel caso, spero che il Barbera tifi un po’ per me e un po’ per Vazquez”.
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26 Luglio 2015, 08:30