25 Gennaio 2018, 12:30
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PALERMO – Niente bottiglie di vino pregiate, ceste natalizie o altri tipi di doni più o meno disinteressati per i dipendenti regionali siciliani. Da oggi anche una penna del valore di pochi centesimi accettata come regalo potrebbe metterli nei guai. Lo prevede il nuovo “Codice di comportamento dei dipendenti della Regione Siciliana e degli Enti” appena varato dall’assessorato regionale alla Funzione pubblica.
Il Codice, un aggiornamento dei precedenti testi che a loro volta sono parte integrante del Piano nazionale Anticorruzione e del Piano triennale della Corruzione della Regione Siciliana, stabilisce infatti per tutti i dipendenti regionali il “divieto assoluto di accettare regali o altre utilità”, a prescindere dal valore, “per scoraggiare una prassi quantomeno sconveniente oltre che inopportuna”.
Il testo del nuovo Codice, composto da 16 articoli oltre le disposizioni finali, mette in risalto e ha il chiaro intento di cercare di evitare quelle che sono le principali ‘cattive abitudini’ di cui potrebbero potenzialmente rendersi protagonisti alcuni dipendenti regionali. Dai piccoli “peccati” fastidiosi come la pigrizia o la scarsa disponibilità nei confronti del pubblico, a quelli decisamente più gravi, che possono sfociare anche nella corruzione, come è stato portato alla luce da alcune recenti indagini della magistratura.
Al rispetto dei principi etici si dovrà attenere tutto il personale in servizio nella macchina regionale, dai dirigenti, interni e a contratto, fino ai dipendenti di enti correlati e società partecipate delle Regione Siciliana. In più, nella relazione che illustra il nuovo Codice, è sottolineata la particolare attenzione che sarà prestata anche all’operato dei collaboratori e dei consulenti esterni. Una categoria di lavoratori finora meno controllata forse perché solitamente è di nomina politica.
Come già detto, quello del divieto ‘assoluto’ di ricevere regali è la novità che salta maggiormente all’occhio. E, nello specifico, stabilisce che il dipendente non deve accettare e ricevere per sè e per altri qualsiasi regalo da chiunque, compresi i subordinati, e prevede anche l’impossibilità di farne ai superiori. Non è inoltre possibile accettare “incarichi di collaborazione da soggetti privati che abbiano, o abbiano avuto, nel biennio precedente, un interesse economico significativo in decisioni o attività inerenti all’ufficio di appartenenza”.
Oltre allo stop ai regali, tra le novità principali c’è anche una vena ambientalista: il Codice impone che negli uffici sia prestata la massima attenzione al risparmio energetico e venga effettuata con accuratezza la raccolta differenziata dei rifiuti.
Naturalmente una delle regole prevede l’obbligo del dipendente regionale di comunicare l’eventuale partecipazione ad associazioni e organizzazioni (fanno eccezione partiti e sindacati) e di “rendere noti interessi finanziari e conflitti di interesse”. I dirigenti devono inoltre rendere note eventuali partecipazioni azionarie e se hanno parenti e affini entro il secondo grado (coniuge o convivente) che esercitano attività politiche, professionali o economiche che li portino ad avere rapporti con l’ufficio che dirigono. Nel testo è anche ribadita la particolare tutela prevista per i dipendenti autori di segnalazioni di reati o irregolarità all’interno della pubblica amministrazione, prevista da una recente legge del novembre 2017.
Risalto viene dato anche alla trasparenza e alla tracciabilità, sottolineando che i responsabili degli uffici devono garantire la comunicazione delle informazioni, dei dati e degli atti che sono oggetto di pubblicazione.
Il dipendente “nelle relazioni extralavorative, (al di fuori degli orari di ufficio) non può inoltre sfruttare la sua posizione né assumere comportamenti che possano nuocere all’immagine dell’amministrazione”. E, quando è in servizio, deve utilizzare un linguaggio consono, cortesia e disponibilità nei riguardi del pubblico.
A dirigenti e responsabili di ufficio è affidato il compito di vigilare sul rispetto di questo Codice di comportamento, mentre le eventuali sanzioni, al di là di quelle previste dal codice penale e civile, sono quelle stabilite nel contratto collettivo di lavoro della categoria.
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25 Gennaio 2018, 12:30