Codice etico di Confcommercio |In 600 ci mettono la faccia

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14 Giugno 2013, 13:50

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PALERMO – Presentato stamani da Confcommercio Sicilia il codice etico per la legalità e contro il racket, l’usura e ogni forma di illegalità. A renderlo pubblico sono stati il presidente regionale di Confcommercio Sicilia, Pietro Agen, e la vicepresidente della Commissione sicurezza e legalità di Confcommercio nazionale, Rosanna Montalto, che hanno snocciolato un primo elenco dei nomi di imprenditori che, a vari livelli e in tutte le nove province siciliane, hanno firmato il documento.

Si tratta di più di 600 imprenditori (QUI L’ELENCO COMPLETO) che, esponendosi con il loro nome e cognome, hanno sottoscritto al patto etico diventando parte attiva nella lotta contro la criminalità.

“Le adesioni sono in continuo aumento e ne stiamo valutando quasi 1.000 e penso che a fine anno ne avremo almeno il doppio – ha detto Agen -. A tutti i nuovi soci viene chiesto di aderire a questo documento con sanzioni che vanno dalla sospensione a espulsione. Siamo consapevoli – ha aggiunto – che su 1.000 persone che firmano, ci possa essere un bugiardo o qualcuno che agisca in malafede. Ma registriamo anche il recupero di chi ha commesso un errore e siamo particolarmente sensibili di fronte a chi, magari, ammette di aver pagato e avvia un percorso di collaborazione che permette l’emersione del reato”.

I primi risultati sono già evidenti. Ad Enna si registrano già 50 adesioni partite da imprenditori che vogliono dare un chiaro segnale e un forte contributo per combattere concretamente ogni forma di illegalità. “Il nostro scopo è sollecitare la collaborazione di chi sceglie di denunciare – ha detto Rosanna Montalto, – ma abbiamo bisogno del sostegno delle istituzioni, perché le associazioni di categoria da sole non ce la fanno. Governo e parlamento devono migliorare normative a sostegno delle vittime del racket”.

Montalto punta il dito sugli istituti di credito invitati più volte a sostenere lo sviluppo e l’impresa con proposte poi risultate essere accantonate. “Per fare un esempio, ci aspettiamo, soltanto su Palermo e provincia che quasi 8.000 imprese chiudano a breve. Su 750 miliardi di spesa pubblica, la più alta d’Europa, – conclude – è possibile che non si possano fare dei tagli?”.

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Una grande parentesi è stata dedicata a quegli imprenditori che, dopo aver trovato il coraggio di denunciare i loro strozzini, sono stati lasciati soli. “Ci deve essere la certezza della pena e ciascuno deve fare la sua parte – ha aggiunto infine Agen -. Lo Stato dovrà intervenire in materia di assicurazioni. È impensabile che se un commerciante denuncia e riceve intimidazioni, gli viene pure revocata l’associazione: questo in uno Stato civile va impedito, altrimenti diventa una lotta contro il crimine senza alleati”.

 

 

 

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14 Giugno 2013, 13:50

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