19 Giugno 2014, 16:51
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PALERMO – Antonino Chinnici era stato generoso. A tal punto che, sostengono gli investigatori, avrebbe deciso di fare un piccolo regalo a tutti i 550 dipendenti del Coime. Piccole somme per ciascun operaio che, complessivamente, fece lievitare ad un milione di euro la somma del regalo di massa. A lui che era responsabile dell’Unità organizzativa appositamente creata alla segreteria generale del Comune per preparare gli stipendi del Coime sarebbe bastato accedere nel sistema informatico e caricare in busta paga ore di straordinario, notturno e fantasma.
Le misure cautelari eseguite dai carabinieri sono undici, gli indagati diciotto. Per sette di loro, infatti, il giudice per le indagini preliminari Lorenzo Matassa, ha ritenuto che non sussistessero più le esigenze cautelari. Come dire, i fatti sarebbero cristallizzati e solo undici dei diciotto potrebbero reiterare il reato. In carcere sono finiti Antonino Chinnici, Francesco Centineo, Maria Rosaria Pollara e Andrea Cucinella. Ai domiciliari, Antonio Ventura. Il provvedimento cautelare della sospensione dal pubblico ufficio ha raggiunto Salvatore Borrello, Giovanni Carramusa, Raffaele Vainolo, Rodolfo Santoro, Gaetano Fiorentino, Antonino Prester. L’elenco degli indagati si completa con i nomi di Sergio Nicchi, Giuseppe Leto, Francesco Macaluso, Antonino Alioto, Antonino Berbeglia, Anna Cipollina e Maria Teresa Giordano.
L’inchiesta partì dai buoni pasto. Ne erano stati distribuiti troppi. Era il 2008 e l’amministrazione comunale avviò la verifica sui costi del personale del Coime. I primi a finire sotto inchiesta furono Chinnici, Ventura, Cucinella, Pollara, Leto e Nicchi. Sarebbero stati loro a inserire i dati nel sistema informatico, denominato “Iasi gestione Compensi”, sulla base dei quali la Sispi elaborava i cedolini mensili degli stipendi. I cedolini passavano alla Ragioneria generale, allora guidata da Paolo Basile che sentì puzza di bruciato. Dalla verifica emerse che gli indagati in busta paga si erano caricati il massimo (88 ore) dei permessi individuali retribuiti. Per un totale, dal 2002 al 2008, di 27.800 euro. Il solo Chinnici avrebbe pure incassato 1.828 euro nel 2006 dichiarando ore di straordinario fantasma. Poi, ci sarebbe stato il regalo di massa. La stragrande maggioranza delle persone ha intascato i soldi in assoluta buona fede, senza neppure accorgersene. Ai soli Chinnici, Pollara e Cucinella viene contestato di avere ottenuto un Tfr “gonfiato” grazie alle incursioni informatiche. E poi ci sono le poche centinaia di euro dei buoni pasto distribuiti con generosità. Ed ancora: il caso di due abbonamenti Amat assegnati a persone che non lavoravano per il Coime. Tutte i soldi indebitamente erogati sono già stati recuperati dall’amministrazione comunale.
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19 Giugno 2014, 16:51