23 Giugno 2015, 14:57
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MESSINA – Non solo Catania, non solo Trapani. Non solo Pulvirenti e Cosentino. Anche in riva allo Stretto si respira un clima di tensione per l’inchiesta che ha sconvolto il calcio catanese. La vicenda, infatti, rischia di lasciare strascichi pesantissimi anche per quel che riguarda il futuro del Messina, appena retrocesso in serie D dopo il ko nel doppio spareggio contro la Reggina.
Gli avvisi di garanzia arrivati al patron Pietro Lo Monaco, all’amministratore delegato Alessandro Failla e al direttore sportivo Fabrizio Ferrigno, potrebbero dare il definitivo colpo di grazia anche al pallone giallorosso, già fortemente provato dal futuro incerto della società. Che sia chiaro, ancora di certo non vi è nulla ma qualora venissero accertate le responsabilità dirette della società, il Messina potrebbe dire addio ad ogni ipotesi di ripescaggio.
Intanto non si è fatta attendere la risposta dei vertici societari, che attraverso un comunicato stampa ufficiale hanno respinto ogni accusa: “L’ACR Messina – si legge nel comunicato – rende noto di prendere atto per quanto emerso oggi, in sede di conferenza stampa, circa le attività di indagine effettuate dalla Procura di Catania e ritiene doveroso precisare la totale estraneità ai fatti contestati dei propri tesserati fermo restando la massima disponibilità a collaborare con l’Autorità Giudiziaria per quanto di eventuale propria competenza”.
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23 Giugno 2015, 14:57