22 Marzo 2011, 18:44
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“Collaboro già con la giustizia, ho detto alla magistratura tutto quello che sapevo. Evidentemente a Confindustria c’é chi ha interpretato male le mie parole. Ribadisco la mia totale disponibilità nei confronti degli inquirenti”. Natale Spinnato, titolare della Spinnato Forni di Palermo, non capisce i motivi di un’eventuale espulsione da Confindustria. L’imprenditore una decina di giorni fa, dopo l’incendio doloso che ha distrutto i suoi capannoni (nella foto) nella zona industriale di Brancaccio, aveva detto di non aver ricevuto esplicite richieste di estorsioni ma ammise di aver ricevuto qualche “visita” trovando però una sorta di compromesso. “Pizzo, pizzo. Tutti ne parlano e si chiedono chi lo paga e chi no – aveva detto – Io dico che basta trovare un giusto compromesso per potersi barcamenare nell’imprenditoria nella nostra città. E’ inutile negare che alcune visite si ricevono in ditta. Loro mi chiedono lavori per qualche amico e io lo faccio. Tanto per me l’importante è lavorare. Poi, ovviamente, applico un piccolo sconto o verso una provvigione al procacciatore d’affari. Tutto qua”.
Queste dichiarazioni, ribadite anche a magistrati, sono state valutate molto negativamente dal collegio dei probiviri di Confindustria Palermo che hanno proposto l’espulsione di Spinnato. Il 4 aprile la giunta deciderà se accogliere la richiesta dei probiviri. “I probiviri potevano anche chiedere la sospensione – ha spiegato Alessandro Albanese, presidente provinciale degli industriali -. Evidentemente, hanno ritenuto più idonea l’espulsione. Hanno sentito l’imprenditore e fatto un’istruttoria durata diversi giorni. Ovviamente è tutto secretato, ma la loro richiesta sarà stata fatta attenendosi ai parametri dell’associazione”. Per non essere espulso, Spinnato dovrebbe collaborare con la giustizia. “Fino al 4 aprile potrà decidere di parlare con le forze dell’ordine – ha ribadito Albanese – Noi ce lo auguriamo”. Spinnato, però, dice che già sta collaborando. “Fin dal primo minuto – ha puntualizzato – ho detto quello che sapevo. Non capisco cosa voglia Confindustria”. La priorità per l’imprenditore resta il dissequestro dell’area e la ripresa della produzione. “In questo momento – ha concluso – siamo in grado di riprendere almeno al 50%. Non è molto ma già sarebbe importante per rimetterci in moto”.
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22 Marzo 2011, 18:44