06 Dicembre 2014, 12:39
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PALERMO – Ennesimo colpo al patrimonio di Cosa nostra. Stavolta a finire sotto sequestro sono beni per oltre dieci milioni di euro. Il provvedimento dell’Ufficio Misure di Prevenzione Patrimoniale della Questura di Palermo è stato eseguito nei confronti di Girolamo Taormina, 32enne arrestato durante la maxi operazione antimafia “Apocalisse”. A Taormina è stato sequestrato “l’impero delle carni” che aveva realizzato, secondo gli inquirenti, con l’aiuto di Cosa nostra: quattro aziende attive nel mercato della commercializzazione e della distribuzione, due supermercati. Per un locale notturno riconducibile a Taormina è invece scattata la sospensione dell’amministrazione per sei mesi.
Considerato il boss di Tommaso Natale, Taormina secondo l’accusa era riuscito ad imporsi nel settore dell’imprenditoria cittadina sfruttando la forza delle intimidazioni, dando vita ad una escalation economica che lo aveva trasformato, da semplice manovale, in un punto di riferimento per la commercializzazione e la distribuzione della carne nella zona occidentale della città, muovendosi all’ombra della cosca che gli aveva quindi permesso di aprire quattro aziende, tutte intestate a prestanome, e tutte impegnate nel rifornire le macellerie cittadine.
Le ditte sequestrate sono la Vitel Suin Carni, la Punto Carini, la Vita Carni e la Ingross Carni. Il denaro accumulato nella vendita della carne all’ingrosso sarebbe stati investiti in due supermercati: il primo in via comandante Simone Gulì, il secondo in via Danimarca. Nei confronti di Taormina eseguito anche il provvedimento di sospensione dell’amministrazione del Princess Scalea Club.
In base a quanto è venuto a galla dalle indagini, le sue ditte si erano affermate sul mercato in posizione di assoluto privilegio in quanto notoriamente sostenute dai vertici del mandamento di Tommaso Natale: di fatto, i piccoli commercianti venivano praticamente obbligati a rifornirsi lì. In cambio, Taormina avrebbe offerto protezione a quei clienti che scegliendo di approvvigionarsi da lui avrebbero potuto non pagare i debiti con i precedenti fornitori. Nell’elenco dei beni sequestrati, anche due immobili.
AGGIORNAMENTO
“La società denominata Princess Scalea Club in via Faraone 2 a Palermo non è stata sequestrata ma è stato disposto la sospensione dell’amministrazione del locale, strumento giuridico che ha una durata di mesi 6, durante la quale l’attività sarà gestita dall’amministratore giudiziario nominato dal tribunale”. La precisazione arriva dalla questura di Palermo.
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06 Dicembre 2014, 12:39