Colpo alla mafia dei Nebrodi | Ventitré arresti: tutti i nomi

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30 Maggio 2016, 07:16

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MESSINA- Nell’ambito di un’indagine sulle cosche mafiose dei Nebrodi la Polizia ha eseguito un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di 23 persone, di cui 16 sottoposte a custodia cautelare in carcere e sette ristrette agli arresti domiciliari. I provvedimenti – emessi dal Gip del Tribunale di Messina Salvatore Mastroeni, su richiesta dei sostituti procuratori della Dda di Messina, Vito Di Giorgio e Angelo Cavallo, e Fabrizio Monaco – sono scattati a pochi giorni dall’attentato nei confronti del Presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, scampato a un agguato il 18 maggio scorso. Fra gli arrestati figura anche Antonio Foraci, ritenuto il boss emergente di Tortorici, in rapporto di affari con potenti famiglie di ndrangheta calabrese. Le indagini dagli investigatori del Commissariato di Capo d’Orlando, coordinate dalla Dda di Messina, hanno colpito una cosca mafiosa dedita alle estorsioni, che avrebbe tra il settembre 2013 e il dicembre 2014 nella fascia tirrenica, e altre due organizzazioni criminali che avrebbero gestito il traffico ed lo spaccio di stupefacenti nella stessa zona. (ANSA)

I nomi dei coinvolti

I nomi delle persone che hanno ricevuto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere: Massimo Salvatore Rocchetta, 41 anni di Tortorici, Vincenzo Rosano, 48 anni di Adrano e Giuseppe Sinagra 40 anni di Sinagra, Giovanni Aspri, 50 anni di Messina, Gaetano Calogero Cambria Zurro, 28 anni di Capo d’Orlando, Vincenzo Corda, 33 anni di Palermo, Francesco Costanzo, 28 anni di Bronte, Rina Costanzo, 48 anni di Tortorici, Luca Destro Pastizzaro, 22 anni di Tortorici, Gianluca Favazzo, 40 anni di Tortorici, Sebastiano Favazzo 35 anni di Tortorici, Antonino Foraci, 52 anni di Tortorici, Cristian Foraci 27 anni di Tortorici, Roberto Galati Giordano 38 anni di Tortorici, Sebastiano Galati Rando, 34 anni di Maniace, Giovanni Montagno Bozzone, 51 anni di Torrenova,

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Agli arresti domiciliari sono invece finiti Carmelo Imbarrato, 25 anni di Adrano, Simone Ingrillì, 22 anni di Capo d’Orlando, Giuseppe Domenico Raneri, 20 anni di Sant’Agata Militello, Giuseppina Chiaia, 27 anni di Gravina di Catania, Giovanni Cutè, 52 anni di Messina, Andrea Favazzo, 21 anni di Tortorici, Carmelo Salvatore Florindo, 33 anni di Adrano.

Nell’operazione antimafia ‘Senza tregua’ portata a termine dalla polizia stamani nei Nebrodi emerge la figura di Antonio Foraci detto il “calabrese” che gestiva gli affari dei mafiosi cosiddetti “tortoriciani” poiché i Bontempo Scavo erano in carcere. Foraci aveva collegamenti anche in Calabria dopo aver intrattenuto dei contatti con la famiglia calabrese dei Nirta-Strangio grazie ai legami creati in carcere tra Massimo Rocchetta dei Tortoriciani e un detenuto appartenente alla famiglia Strangio. In particolare i Tortoriciani si accordarono per un’estorsione in Calabria ad una ditta dei Nebrodi che aveva vinto un appalto. Il Procuratore di Messina Guido Lo Forte intervenendo sull’operazione dice: “Una mafia non più divisa all’interno tra Tortoriciani e Batanesi e che non ha più il condizionamento della mafia barcellonese ma ha rapporti diretti con la ‘ndrangheta e la mafia catanese. Grazie al lavoro della squadra mobile e del commissariato di Capo d’Orlando è stato sgominata un importante clan e pensiamo si possano avere dei possibili sviluppi. Non ci sono collegamenti diretti tra questa operazione e l’attentato al presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci. Sul possibile collegamento tra gli arrestati e i terreni sequestrati e oggetto di interdittive non rispondo perché ci sono indagini in corso”. Il questore di Messina Giuseppe Cucchiara spiega: “Si tratta di un’operazione fondamentale dove emerge il ruolo apicale di Foraci. Siamo soddisfatti di aver inferto un colpo significativo alla famiglia dei Tortoriciani. Emergono collegamenti con la ‘ndrangheta per l’approvvigionamento degli stupefacenti e le estorsioni a imprese messinesi in Calabria”. (ANSA)

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30 Maggio 2016, 07:16

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