Coltellata fatale alla vicina, per il Gup è "eccesso di legittima difesa" - Live Sicilia

Coltellata fatale alla vicina, per il Gup è “eccesso di legittima difesa”

Al culmine di una lite tra vicini di pianerottolo.

CATANIA. Condannata a due anni di reclusione Giulia Georgeta Colesnicenco, colpevole di aver colpito con un fendente una ristoratrice dopo una lite tra vicini di pianerottolo. La gup Carla Aurora Valenti ha riqualificato il reato in eccesso colposo di legittima difesa. L’imputata era accusata dell’omicidio della 42enne, accoltellata al culmine di una lite. Nel corso del processo abbreviato è stata accolta la richiesta del difensore di acquisire la perizia sulle ferite che la sua assistita aveva quando è stata arrestata e condotta in carcere. “La serena sentenza del GUP, che ha accolto l’ipotesi avanzata in via subordinata dalla difesa, che in primo luogo aveva ovviamente chiesto la piena assoluzione, ha evitato che , oltre alla povera signora Rios, vi fosse un’altra vittima in questa vicenda, la signora Giorgia Colesnicenco che, forse troppo frettolosamente, parte di stampa locale aveva etichettato come “crudele assassina”.

I fatti processuali hanno acclarato che la signora Colesnicenco è stata selvaggiamente aggredita all’interno della propria abitazione ed è stato riconosciuto il suo legittimo diritto a difendersi. Per il giudice vi è stato “ un eccesso colposo” in questa legittima difesa, da cui la condanna a due anni, paradossalmente quasi tutto già scontata (ed abbiamo scelto il rito abbreviato. Cosa sarebbe successo con l’ordinario?) in ragione della anomalia, tutta italiana, della normativa sulla carcerazione preventiva il cui mantenimento in vita è oggi dovuto al mancato raggiungimento del quorum ai recenti referendum. In tali condizioni, di fronte ad una pena già scontata in custodia cautelare, apparirebbe persino superfluo l’appello se non fosse ancora presente, per amore di Verità e Giustizia, la necessità di dimostrare definitivamente che la condotta tenuta dalla signora Colesnicenco era una condotta che , purtroppo, non aveva alternative”. L’imputata, condannata a risarcire le parti civili costituite con una provvisionale stabilita di 5 mila euro ciascuna, è stata rimessa in libertà. Era detenuta nel carcere di Agrigento.


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