02 Settembre 2012, 09:44
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Ciò che esaspera il ricorso alle clientele è la mancanza di un reale sistema economico produttivo. Una Sicilia che si appresta al voto, non può non tenere in considerazione l’aspetto più grave di una economia locale allo sbando. Una economia che avrebbe dovuto delinearsi attraverso una attribuzione di poteri locali che tenessero meglio conto delle esigenze territoriali. Un potere attribuito alle Regioni, soprattutto quelle a Statuto Speciale, che doveva servire a conciliare le esigenze dello stato nazionale con le spinte all’indipendentismo regionale. Si sarebbe dovuto creare un processo di correlazione fra le esigenze territoriali e quello nazionale, per poter essere affrontate meglio le esigenze del territorio.
Oggi, in un momento di piene recessione, si possono solo evidenziare le difficoltà, soprattutto economiche dei territori, ma non si riesce a soddisfarne le esigenze stante le difficoltà manifeste del Governo nazionale a sua volta “sorvegliato speciale” dalla Comunità Europea. Oggi la Sicilia ha bisogno di uscire fuori dal tunnel del clientelismo, degli sprechi (che non sono certo le auto blu) delle nomine di soggetti preposti alla gestione del bene pubblico totalmente inadeguati, di suddivisione di poltrone legate esclusivamente alle appartenenze partitiche, dell’Affarismo nella sua generalità.
Bisogna annullare tutto quello che ha caratterizzato negli ultimi decenni la gestione pubblica della nostra regione, e per farlo necessita che la Sicilia ritorni ad avere un tessuto produttivo tale da soddisfare le esigenze dei propri cittadini. In Sicilia, più che in altre regioni d’Italia, si pensò che la gestione del pubblico, soprattutto dei servizi, dovesse essere gestita direttamente dagli Enti locali. Un territorio senza risorse, privo di uno spirito imprenditoriale all’altezza delle necessità e senza sviluppo, ha pensato bene di gestire direttamente le attività a lei afferenti, con la conseguenza di aver alimentato clientele, malaffare e corruzione.
Oggi bisogna incentivare seriamente la produttività territoriale attraverso incentivi e sgravi alle aziende che intendono investire nel nostro territorio, incentivando l’assunzione di inoccupati, di lavoratori cassintegrati, di giovani e donne che nel nostro territorio non riescono a trovare occupazione. Rendere il territorio regionale produttivo è una questione di volontà cosiddetta “Politica”… avere l’opportunità di trovare occupazione senza ricercare il politicante di turno, è il nostro obbiettivo. Lotteremo affinché la nostra regione possa essere all’insegna dei Diritti e non dei Piaceri.
C’è chi si rifugia dietro ad un sicilianismo smisurato tipico di chi si sente penalizzato e quasi emarginato, al quale ci si rifugia in momenti di estrema crisi, ma continuando ad essere fautori di clientele assistenziali mirate all’aumento dei propri consensi elettorali. Il Popolo non è stupido, a differenza di anni fa è anche informato ed usufruisce non solo di una informazione di parte, ma anche di una informazione libera. Oggi in Sicilia siamo in grado di determinare noi stessi il nostro futuro, guardiamo allo sviluppo economico per maturare diritti e non favori.
Sindacato generale Asia
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02 Settembre 2012, 09:44