09 Gennaio 2014, 20:22
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PALERMO – L’attesa è finita. Ficarra e Picone ritornano nella loro amata Palermo, carichi dell’ironia e della verve che li contraddistingue da sempre. Ed è subito sold out fino al 19 gennaio. Il duo comico palermitano sarà protagonista sul palco del Teatro Biondo con il l’ultimo spettacolo teatrale, “Apriti cielo”, che ha debuttato nel 2012 e che viene riproposto, ampliato e rinnovato, per l’inaugurazione della nuova stagione teatrale, diretta da Roberto Alajmo. Il desiderio di sentire di nuovo il calore del pubblico di casa ha spinto i due artisti a costruire questo nuovo testo che, come i precedenti lavori, è costituito da spaccati di vita quotidiana con i suoi paradossi al limite dell’assurdo, raccontati con la leggerezza che li contraddistingue da sempre. Un desiderio corrisposto: biglietti andati subito a ruba e tanti fan in attesa di godersi i due comici, protagonisti di Zelig ed ex conduttori di Striscia la Notizia.
Ritorno a Palermo, dunque: quali sono le novità introdotte nel restyling di Apriti Cielo?
Ficarra: Lo spettacolo è sempre lo stesso, e di novità c’è qualcosa che riguarda l’attualità. Non sveliamo il segreto. Sostanzialmente però si tratta dei nostri cavalli di battaglia.
Il vostro spettacolo è in parte una sorta di CSI al contrario. Da cosa è nata l’idea?
Picone: Da un desiderio. Un giorno ci siamo detti: chissà cosa accadrebbe se, ad apertura sipario, la gente vedesse che c’è un morto in scena? E da lì abbiamo cominciato a scrivere, anche se Salvo ha provato fino alla fine a convincermi a fare la parte del morto.
C’è una divisione di ruoli nella preparazione di un vostro spettacolo?
Picone: No, faccio tutto io. Ficarra arriva all’ultimo minuto, alcune volte neanche è puntuale per lo spettacolo.
Lavorare insieme non è sempre facile. La storia è piena di coppie artistiche “ scoppiate”. Quanto temete i dissidi e le divergenze professionali? E come riuscite ad andare d’accordo?
Ficarra: Non andiamo d’accordo. facciamo testa o croce su tutto, viaggiamo separati, dormiamo in posti diversi. io per esempio manco ho il numero del suo telefonino. O meglio, gliel’ho chiesto ma lui mi ha detto che non ha telefonino.
“Apriti cielo” è uno spettacolo che avete portato in tournée in tutta Italia, quanta parte del testo risente della sicilianità ed è legata a temi della nostra isola?
Picone: A parte noi, e il bagaglio siciliano che ci portiamo dietro immancabilmente, non c’è altro.
A Palermo giocate in casa. Ma il resto d’Italia, soprattutto il Nord, come reagisce alla vostra comicità made in Sicily?
Ficarra: Molti, dopo aver visto lo spettacolo, chiedono il rimborso del biglietto, altri ci minacciano di morte, altri ancora tentano di picchiarci.
Non vivete costantemente a Palermo come in passato. Come vedete la nostra città e la Sicilia a ogni vostro ritorno?
Picone: La vediamo pulitissima, senza traffico, e ordinata… poi ci risvegliamo e torna tutto come prima. Un incubo!
Effettivamente non si fa che parlare che di “traffico e munnizza” a proposito di Palermo. Per voi la città è soltanto questo? E come riuscite a far sorridere il pubblico su questi problemi così cronici ed esasperanti?
Ficarra e Picone: La città non è soltanto questo, quelli dell’immondizia e del traffico sono problemi marginali. Si dovrebbe invece parlare seriamente del Palermo che deve assolutamente tornare in serie A. Solo che queste sono domande scomode che voi giornalisti non avete il coraggio di fare.
Dopo Cuffaro e Lombardo, i siciliani hanno eletto un governatore di centrosinistra. Qual è il vostro bilancio della regione guidata da Crocetta?
Ficarra e Picone: La Sicilia è diventata più televisiva!
Quali sono i progetti in cantiere per il futuro? Teatro, cinema, un ritorno in tv?
In coro: Fare i presidenti della Regione.
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09 Gennaio 2014, 20:22