21 Giugno 2017, 10:49
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La maturità cambierà dal 2019. Ma in che modo? Innanzitutto, le prove scritte verranno diminuite da tre a due, composte quindi dal classico tema di Italiano e dalla prova di indirizzo. Scomparirà dunque la terza prova, il famoso e temuto “quizzone”. Tra due anni, con la riforma della “Buona Scuola” (Giannini-Renzi), le migliaia di studenti che dovranno affrontare la maturità si troveranno di fronte ad un percorso molto più articolato.
Più importanza, intanto, verrà data al percorso scolastico e alla media che lo studente ottiene nel suo percorso di studi aumentando quindi i crediti rilasciati, non più 25 bensì 40. Sarà necessario avere la sufficienza in tutte le materie ma il collegio dei docenti, se lo ritiene, potrà ammettere anche gli studenti con voti inferiori al sei, ma accederanno con una decurtazione di una parte dei crediti acquisiti nel proprio percorso scolastico.
Due elementi costituiscono però la più importante rivoluzione del nuovo esame di maturità:
1. L’inserimento della prova Invalsi, che si svolgerà durante l’anno scolastico, sarà legata alla valutazione delle conoscenze acquisite dagli studenti. Ci sono però delle opinioni contrarie. Francesca Picci, coordinatrice nazionale dell’Unione degli studenti, sia da parte del ministro della Giustizia Andrea Orlando, che afferma di essere «contrario ai test Invalsi come prerequisito per l’accesso all’esame di maturità con il risultato inserito nel curriculum del ragazzo». Alcuni accademici, inoltre, sono contrari a questo tipo di valutazione, dato che per lo sviluppo fisico, morale, civico e artistico non esiste un test che certifichi la crescita del ragazzo.
2. Il programma Scuola-Lavoro, con il quale lo studente svolgerà un tirocinio curriculare, costituirà il punto di partenza per il colloquio dell’esame orale, alla cui valutazione verranno dati un punteggio massimo di 20 punti a fronte dei 30 che l’attuale esame di maturità prevede.
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21 Giugno 2017, 10:49