03 Aprile 2015, 20:57
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MOTTA SANT’ANASTASIA. E’ la legge ancora una volta a venire ignorata con una mancata applicazione. Se negli scorsi mesi, infatti, il governo siciliano aveva, da un lato, confermato l’iter per la chiusura definitiva della discarica di Motta, – cosa che sarebbe dovuta avvenire già nei primi mesi del 2015 – , dall’altro e lo stesso governatore Crocetta a prorogare fino al 7 maggio prossimo, il conferimento nella discarica di Valanghe d’Inverno di oltre mille tonnellate di rifiuti al giorno. Insomma, l’ennesima illusione per i residenti delle aree limitrofe della ditta Oikos di Motta Sant’Anastasia, i quali continuano a dar fondo a tutte le loro risorse per dichiarare lo stato d’emergenza a tutela del diritto alla salute. Per il prossimo 25 aprile i Comitati No Discarica, lanciano anche due iniziative simultanee: un appello alle massime Autorità Istituzionali e una grande mobilitazione popolare. Quest’ultima – che tramite un tam tam in tutta la Sicilia mira al coinvolgimento di tutti i cittadini dei comuni in cui sono presenti discariche – sarà festosa e partirà il giorno della Liberazione dai Sieli a Motta.
Ma la domanda, adesso, è cosa accadrà dopo il 7 maggio? e soprattutto dove verranno abbancati i rifiuti? Le risposte, in realtà, non sarebbero così difficili da individuare e a tal proposito i comitati ‘No-Discarica’ di Misterbianco e Motta redigono una precisa scaletta, in cui ribadiscono tutti i provvedimenti e gli interventi da intraprendere, volti ad una concreta risoluzione. L’appello, sottoscritto dagli stessi membri dei comitati no Discarica: (Giuseppina Calabrò, Massimo La Piana, Maria Caruso, Paolo Conti, Anna Bonforte ,Gaetana Messina, Igor Nastasi, Danilo Festa, Carmelo Caruso, Maria Virgillito, Santo Gulisano, Mariella Ferrara, Daniela Greco, Annalisa Puglisi, Antonio Caruso) è rivolto alle massime autorità dello Stato, fra cui al Capo dello Stato, Sergio Mattarella e al premier Matteo Renzi, e ripercorre con grande meticolosità tutto il groviglio di vicende legate alla questione delle discariche di Tiritì e Valanghe D’Inverno. A monte – secondo i comitati – ci sarebbe solo una politica scellerata e dissennata, perpetrata nell’arco degli ultimi anni. “Per 40 anni – scrivono nell’accorato appello – abbiamo subito, prima, la presenza della discarica di Tiritì e, poi, di Valanghe d’Inverno; discariche che, incuneate tra i due comuni, hanno segnato la vita dei territori, con provvisorietà, crolli, intensi e insopportabili fetori, timori per la salute, illegittimità e corruzione provata”.
E i comitati no discarica senza troppi giri di parole parlano di “illegittimità e di mancata applicazione delle normative nazionali ed Europee”, che avrebbero caratterizzato la storia della gestione dei Rifiuti in Sicilia, puntando, inoltre, il dito contro i vari governi che – ancora secondo i comitati No-Discarica – nel corso degli ultimi anni, avrebbero solo gravemente peggiorato la situazione. E non manca il riferimento alle controverse vicende giudiziarie, caldeggiando, soprattutto, una ferma presa di posizione da parte del governo centrale, affinché si metta, una volta per tutte, la parola fine ad una brutta pagina della storia siciliana: ” In data 18 luglio 2014, – si legge ancora – in un quadro di corruzione, definito dagli inquirenti, molto grave, un funzionario della Regione e quattro imprenditori, legati alla gestione dei rifiuti, sono stati arrestati dagli uomini della squadra mobile di Palermo. L’operazione, denominata “Terra mia”, ha portato all’individuazione di un complesso sistema di procedure ambientali non seguite e controlli evitati grazie al presunto pagamento di tangenti, mentre considerazioni allarmanti vengono dalla Commissione Antimafia e dalla recente Commissione Nazionale d’Inchiesta sui reati ambientali”.
E nell’appello si propongono tutti gli interventi concreti e le soluzioni eque da intraprendere per il futuro smaltimento dei rifiuti. I comitati No-Discarica, di Misterbianco e Motta, dunque, chiedono con forza: l’immediata chiusura della discarica Valanghe D’Inverno; stop alle proroghe per l’abbancamento; l’attuazione immediata e definitiva di bonifica della vecchia discarica di Tiritì (dove per quaranta anni è arrivato di tutto e di più, in assenza di pretrattamento) e naturalmente della nuova discarica Valanghe D’Inverno, tenuto conto dell’insieme di interventi necessari che le leggi e le competenze ambientalistiche impongono; un intervento per gestire l’emergenza rifiuti in Sicilia, “senza inveire ancora su territori martoriati”; la spedizione dei rifiuti, – per un periodo delimitato di pochi mesi – fino all’attivazione delle discariche per la fase intermedia, – secondo i comitati – risulterebbe l’unica via percorribile stando all’attuale stato dei fatti; l’attivazione dei centri di compostaggio: e infine lo studio di un nuovo Piano Regionale per la gestione dei rifiuti in Sicilia, che preveda discariche residuali necessarie, ma distanti dai centri abitati ed in linea con le vigenti normative. Lo scopo, inoltre, sarebbe quello di privilegiare per il futuro un modello fondato sul recupero di materia, come imposto dalle norme europee e nazionali.
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03 Aprile 2015, 20:57