24 Aprile 2015, 18:13
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CATANIA – Il comitato Antico Corso interviene dopo l’articolo, pubblicato lo scorso 21 aprile, in cui il presidente dell’Ersu Catania, Alessandro Cappellani, ha raccontato a LivesiciliaCatania le intenzioni dell’ente per il diritto allo studio in relazione alla realizzazione degli alloggi universitari. Desideriamo fare solo una precisazione, indirizzata a chi in centro storico entra ed esce vivendo poi altrove – spiegano dal Comitato – ignorandone persino la geografia”. Il riferimento è alle parole di Cappellani, a proposito della ubicazione dei siti individuati per i dipartimenti di Scienze letterarie ed umanistiche in zona Benedettini, quello di Scienze politiche e giuridiche in zona centro storico, che avrebbero bisogno di più attenzione rispetto alla zona della Cittadella.
Parole che hanno allarmato il Comitato i cui attivisti rappresentano le difficoltà per il quartiere, tra i più antichi di Catania, di fronte all’espansione dell’Università. “Si rileva, in particolare – continuano – che le due zone corrispondono e coincidono di fatto con l’intero quartiere Antico Corso (Purità, Cipriana, Idria) che risulta, come denunciamo da tempo, saturo di ogni sorta di attività, compresa quella universitaria, vero e proprio “occupante” del territorio. Il risultato – proseguono – è la continua espulsione dei residenti con un processo di estraneazione che porta in se insicurezza, disarmonia e allontanamento dalle radici storiche. Sempre più il quartiere si trasforma in luogo di “consumo” che qualcuno scambia per “vita.
Parallelamente, registriamo la presenza “privilegiata” dell’Ersu al tavolo della variante ed è proprio il concetto di privilegio che taglia fuori i diritti dei restanti cittadini che, pur avendo espresso perplessità ed in generale contrarietà all’uso delle aree in dismissione, non si vedono rappresentati ad alcun tavolo.
Ricordiamo ancora che l’Ateneo catanese, partecipando all’unico tavolo – conferenza dei servizi – nel lontano anno 2000, non diede alcuna apertura al confronto che vide impegnati, oltre lo scrivente comitato, il comune di Catania e la Sovrintendenza. Vogliamo ricordare che oggetto del tavolo fu, all’epoca, la richiesta di modifica dei piani edilizi della facoltà per permettere il recupero e la fruizione di una villa romana (bene pubblico) scoperta nell’area della Purità.
Sull’area antistante, oggi sono in atto lavori per la costruzione di un ulteriore centro polifunzionale (si dice non richiesto dall’Ersu in verità) e finanziato dalla sovrintendenza regionale ai BB.CC.AA. sotto la direzione della Sovrintendenza di Catania .
La poca attenzione rivolta ai diritti dei cittadini è valutabile fra le altre cose nella chiusura, di fatto, del marciapiede antistante che costringe chiunque a percorrere la sede stradale perché le impalcature non hanno lasciato spazio alcuno al passaggio dei pedoni (lo stesso stile allora riguardò la chiesa della Purità trasformata in auditorium su via S. Maddalena: i bambini delle elementari provenienti da Via Plebiscito dovevano scendere sulla carreggiata invasa dalle auto, dalle strisce blu e fra le auto di passaggio per accedere al portone) in altre zone si ricavano passaggi pedonali sicuri, all’antico Corso No!.
Per finire siamo certi ed auspichiamo che l’Ersu possa rispondere pienamente alle esigenze degli studenti fuori sede (offrendo anche un contesto “amico” capace di generare nuovi abitanti del quartiere: studenti che si sentano parte della città e non corpi estranei) e che “l’offerta pubblica” sia così ampia da scoraggiare i fenomeni speculativi che si sono innescati sul territorio dell’Antico Corso che ad oggi, della presenza universitaria, sconta solamente i problemi di una sovrappopolazione pesante, monocorde e discontinua allo stesso tempo poiché segue i flussi stagionali dell’offerta didattica”.
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24 Aprile 2015, 18:13