Commercio, è guerra in città |L'ordinanza sindacale fa discutere - Live Sicilia

Commercio, è guerra in città |L’ordinanza sindacale fa discutere

Sono tante e variegate le critiche sull'operato dell'assessorato alle Attività produttive in materia di concessioni e suolo pubblico.

la polemica
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CATANIA – Riflettori puntati sul commercio. Che sia nella zona movida o nel cuore del patrimonio Unesco, poco importa. In città sono tante e variegate le critiche sull’operato dell’assessorato alle Attività produttive in materia di concessioni e suolo pubblico. Non solo da parte degli esercenti riuniti sotto la Fipet che ieri pomeriggio hanno aspramente criticato l’ordinanza sindacale dello scorso 9 marzo che applica le norme nazionali ma, di fatto, costituisce un vero e proprio giro di vite nei confronti di un fenomeno evidentemente sfuggito di mano nel corso degli anni. “Ci vogliono tagliare le gambe – commenta Roberto Tusisco, presidente Fipet: questa ordinanza decreterà la chiusura di tutti gli esercizi pubblici a Catania perché il provvedimento colpisce non gli abusivi che non hanno nulla da perdere, ma chi rispetta le regole”.

La nuova ordinanza prevede, infatti, da un lato sanzioni molto dure per chi, in materia di suolo pubblico, non rispetta orari e prescrizioni – si arriva, alla terza violazione, al ritiro della licenza e il divieto di rilascio per l’anno successivo – e dall’altro l’impossibilità di posizionare sedie e tavolini nelle aree archeologiche o di particolare interesse culturale. Come nel caso della via Crociferi – patrimonio dell’Umanità per l’Unesco – per la quale, in seguito ai divieti, è scoppiata una vera e propria rivolta. Che ha coinvolto anche la segreteria della Camera del Lavoro – che in via Crociferi ha sede – che chiede a Comune e Sovrintendenza ” di condividere ogni decisione con esercenti e residenti”.

“Via Crociferi non può essere salvata rubandole la vitalità – si legge in una nota. Comune e Soprintendenza rischiano di fallire l’obiettivo se pensano che una strada così ricca di storia e identità possa essere letteralmente mummificata. Nessun disagio verrà risolto eliminando i tavolini. Al contrario – continua il comunicato – quando negli anni scorsi ci siamo ritrovati decisamente soli e senza l’aiuto delle istituzioni, in un difficile contesto di buio, spaccio e irresponsabili writers, è stata proprio la vitalità commerciale e culturale che gradualmente ha avuto la meglio nella zona barocca cambiando lo stato delle cose. Chiediamo al Comune di condividere ogni decisione con esercenti e residenti -naturalmente nel pieno rispetto delle regole e delle misure che il caso richiede- ma chiediamo soprattutto costanza e dedizione alla via. Non è con una sporadica azione dei vigili urbani che si potrà risolvere il problema”.

Sinergia e condivisione degli interventi è quanto chiede anche il Comitato via Crociferi, formato da liberi cittadini, professionisti e appassionati d’arte, residenti ed esercenti della via che, una settimana fa, ha depositato all’ufficio protocollo del Comune di Catania un’istanza rivolta al sindaco Enzo Bianco e agli assessorati di riferimento per programmare una serie di misure e interventi mirati a valorizzare, tutelare e salvaguardare la via patrimonio Unesco. “Puntualmente però – affermano i rappresentanti – gli esercenti delle attività di ristoro vengono imputati quali promotori di abusivismo selvaggio e principale causa di degrado, senza valutare il gravissimo e reiterato ritardo nell’approvazione della dovuta regolamentazione di decoro urbano e dehors, che nel caso specifico necessita particolare attenzione e diversificazione normativa rispetto ad altre zone della città, considerato l’alto valore storico, artistico, culturale e monumentale del sito. Ma soprattutto – continuano – non tenendo conto che, per gli esercizi di ristorazione, allo stato attuale, vengono applicati due pesi e due misure per la concessione di suolo pubblico: qualcuno forse dimentica che Via Crociferi è una, seppure sia divisa da via di Sangiuliano”.

Il riferimento è alla parte nord della strada dove pare le regole siano differenti e i locali possano posizionare sedie e tavolini. “Rispetto agli anni passati, gli esercenti del lato sud hanno ridotto notevolmente il numero di tavoli sulla via e risultano essere tra i principali promotori di una regolamentazione unica per la tipologia di arredo proposta eventualmente dalla Soprintendenza – prosegue il Comitato. La Soprintendenza evidentemente non vuole tenere conto della disponibilità al dialogo per giungere a un punto di incontro e mediazione con gli esercenti dal momento in cui vorrebbe indirizzare l’Assessorato alle Attività Produttive e il Comune di Catania al divieto di concessione di suolo pubblico alle attività ristorative, alterando il concetto stesso di “movida. La verità è che non si ha reale cognizione del grandissimo potenziale che rappresenta via Crociferi in termini economici e di sviluppo delle attività produttive e culturali””. La norma di riferimento, però, come si legge nell’ordinanza del sindaco, sarebbe una direttiva del Ministro per i Beni e le attività culturali del 2012, “finalizzata a impartire disposizioni agli Uffici al fine di contrastare l’esercizio, nelle aree pubbliche aventi particolare valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico, di attività commerciali e artigianali su aree pubbliche in forma ambulante o su posteggio, nonché di qualsiasi altra attività non compatibile con le esigenze di tutela del patrimonio culturale, con particolare riferimento alla necessità di assicurare il decoro dei complessi monumentali e degli altri immobili del demanio culturale interessati da flussi turistici particolarmente rilevanti, nonché delle aree a essi contermini”.

Il dibattito si è velocemente spostato sulla rete e sui social, evidenziando due necessità: quella di animare la via Crociferi, attualmente quasi deserta per buona parte della giornata, per la prevalente presenza di esercizi di somministrazione di cibo e bevande, i cui titolari hanno goduto fino a oggi della concessione del suolo pubblico. E fare in modo che sia frequentata da catanesi e turisti. “Non passa un turista di sera (magari passasse!!!) – sottolinea un esercente, mentre un altro racconta come la strada diventi pericolosa dalla mezzanotte in poi “per le borse delle signore”. E quella di programmare attività, controlli, manifestazioni che la trasformino in una vera attrazione per turisti e autoctoni. Che la riempiano di persone per bene e desiderose di godere di arte e cultura. Il deterrente migliore a qualsiasi abuso.

FOTO VALERIO D’URSO

 

 


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