14 Febbraio 2014, 01:59
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PALERMO – Quanto lavorano i consiglieri comunali di Palermo? La risposta non è delle più semplici. Ma se per conoscere le presenze degli inquilini di Sala delle Lapidi in Aula o i voti alle varie delibere è sufficiente cliccare sul sito istituzionale della quinta città d’Italia, diverso è il discorso per le commissioni i cui dati non sono ancora on line.
Nel 2013 le commissioni, nel loro complesso, hanno tenuto 1866 sedute di cui 1525 regolarmente svoltesi e 341, ovvero quasi una su cinque, andate deserte perché non si è raggiunto il quorum di quattro componenti (o tre in secondo appello). Dando uno sguardo ai pareri, si scopre che sui 470 richiesti le commissioni ne hanno forniti 425. Nello specifico la Prima commissione ha fornito in un anno 25 pareri sui 51 richiesti; la Seconda 12 sui 17 richiesti; la Terza 11 sui 17 richiesti; la Quarta 9 sui 14 richiesti; la Quinta 8 sugli 11 richiesti; la Sesta 16 sui 20 richiesti e la Settima, quella al Bilancio, 340 sui 344 richiesti (per lo più debiti fuori bilancio).
Una produttività che non è certo eclatante, anche se bisogna considerare che le commissioni, oltre a rilasciare pareri, compiono anche atti ispettivi, audizioni e sopralluoghi. E che non tutti i pareri sono uguali: alcuni, specie quelli inerenti delibere complesse come il Put o il Bilancio, possono richiedere anche più sedute.
Sta di fatto, però, che a inizio consiliatura il capogruppo di maggioranza Aurelio Scavone aveva chiesto ai presidenti (all’epoca tutti di maggioranza) di evitare di convocare le commissioni di sabato, se non strettamente necessario. Un’indicazione non sempre seguita, però, almeno stando ai numeri dell’anno scorso. La Prima commissione, nel 2013, è stata convocata di sabato 50 volte (ma 37 volte è andata deserta); la Seconda 8 volte (ma 2 è andata deserta); la Terza 45 volte (ma 9 è andata deserta); la Quarta 3 volte (ma 3 è andata deserta); la Quinta 50 volte (ma 15 è andata deserta); la Sesta non è mai stata convocata di sabato e la Settima una sola volta. Su 157 sedute convocate il sabato, 66 sono andate deserte. E se è vero che quando la commissione non si tiene il consigliere non ha diritto al gettone di presenza (156 euro lordi per un massimo di 19 gettoni e mezzo al mese), è anche vero che se la seduta è solo convocata e il consigliere si presenta, anche se non si raggiunge il quorum e quindi salta, scatta comunque l’assenza retribuita dal lavoro per i consiglieri che sono lavoratori dipendenti.
La legge, su questo, è molto chiara: il consigliere che si assenta dal lavoro per impegni istituzionali ha comunque diritto a ricevere lo stipendio di quella giornata, che però non può gravare sul datore di lavoro. E così è il Comune che lo rimborsa al datore, a meno che non si tratti di alcuni enti pubblici. Il risultato, in questo caso, è che è sufficiente che la commissione sia convocata e che il consigliere si presenti: anche se non si tiene, scatta comunque l’assenza retribuita dal lavoro per chi è dipendente. Diverso è il discorso per il gettone: i consiglieri possono cumularne al massimo 19 e mezzo in un mese, se fanno di più lo fanno gratis. Per le commissioni il gettone scatta solo se la commissione si tiene e se nello stesso giorno si tengono commissione e consiglio ne toccano due (le commissioni in linea di massima si riuniscono ogni giorno). Inoltre, se la commissione si riunisce il sabato, deve farlo senza impiegati comunali che quel giorno, infatti, non lavorano: ad aprire i locali è in quel caso il presidente, a verbalizzare il membro più giovane.
“Io a inizio mese convoco per ogni sabato ma generalmente la seduta non si tiene – dice Juan Diego Catalano, presidente della Prima commissione – solo all’occorrenza succede, la nostra è una commissione in cui passa di tutto e quindi può esserci l’esigenza del sabato“. “Quelle del sabato sono in più e ci servono per pianificare, approfondire e rivedere i verbali, inoltre quasi tutti i componenti hanno il sabato libero – spiega Luisa La Colla, presidente della Terza – abbiamo l’assenza retribuita, ma riguarda solo due componenti su sette. Inoltre spesso capita di dover trattare più delibere insieme, dal lunedì al venerdì ci dedichiamo quindi alle audizioni che sono anche tre o quattro a settimane. Se dobbiamo studiare anche le delibere, dobbiamo lavorare sette giorni su sette”.
“Noi, facendo le commissioni di sabato, andiamo oltre i limiti del gettone di presenza, è un nostro regalo alla città – dice Fausto Torta, a capo della Quinta – al contrario delle altre commissioni che fanno commissione lo stesso giorno del consiglio, noi per scelta non facciamo commissione quando c’è consiglio comunale. La nostra commissione si occupa di giovani, sport, tempo libero, cultura e verde: gli atti ispettivi esterni sono più numerosi rispetto ad altre. Noi visitiamo ville, giardini, impianti sportivi, manifestazioni, eventi turistici. Io sono inoltre un libero professionista, quindi non traggo vantaggio dall’assenza retribuita”.
“Nel nostro caso – aggiunge Paolo Caracausi, presidente della Seconda – per tre volte si è trattato di una commissione congiunta con la Quinta, che poteva solo di sabato, e il resto sono sopralluoghi a mercatini che si tengono il sabato”.
“All’inizio del mandato ho riunito i presidenti dicendo che le commissioni di sabato non hanno ragion d’essere – afferma il capogruppo del Mov139, Aurelio Scavone – a meno di eventi particolari. Ognuno è responsabile delle proprie azioni. La mia, che è quella al Bilancio e che potrebbe riunirsi tranquillamente il sabato visto che analizza tutti i debiti fuori bilancio, non lo fa preferendo stare un’ora in più gli altri giorni. In linea di massima non comprendo le convocazioni di sabato mattina, tranne che in casi eccezionali”. “La convocazione delle commissioni rientra nella responsabilità dei presidenti”, si limita a commentare il presidente del consiglio Totò Orlando.
LE REAZIONI
La Prima commissione consiliare, in una nota, riporta come i pareri rilasciati nel 2013 siano 40 (anche se i dati differiscono da quelli forniti dal Comune, ndr). Nadia Spallitta precisa di non aver mai partecipato alle commissioni convocate di sabato, malgrado (tiene a sottolineare) questa dichiarazione non sia polemica o un attacco agli altri membri della commissione. Ma il presidente Catalano scrive: “La prima Commissione consiliare in relazione a quanto dichirarato dalla consigliera Spallitta riguardo riguardo la sua non partecipazione alle sedute di Commissione tenute il sabato, ritiene di dovere precisare che su 24 sedute convocate ogni mese, sabato compresi, l’amministrazione comunale corrisponde gettoni di presenza corrispondenti ad un massimo di 19 sedute. Da ciò risulta evidente che ogni ulteriore seduta di commissione non grava sulle casse comunali e si configura come un contributo d’impegno da ogni singolo consigliere nei confronti delle emergenze della città. L’assenza pregiudiziale della consiglierea Spallitta alle riunioni di commissioni tenute il sabato è ascrivibile esclusivamente al senso di responsabilità. Quando la Commissione si riunisce il sabato chi è assente lavora meno ma guadagna ugualmente agli altri consiglieri”.
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