16 Giugno 2014, 11:00
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CATANIA – Protesta l’associazione Rifiuti Zero per quanto diffuso dall’azienda che gestisce l’impianto di compostaggio della provincia etnea Sicula Trasporti. Il motivo lo spiega il presidente, Danilo Pulvirenti, in una nota: “Molti Comuni della provincia di Catania sono in allerta per la recente comunicazione a loro rivolta dalla Sicula Trasporti, l’azienda che gestisce l’impianto di compostaggio – scrive. Si impone ai Comuni stessi di utilizzare esclusivamente sacchetti compostabili e biodegrabili in fase di conferimento della frazione umida”.
Una prescrizione di legge, imposta dal Testo unico in materia ambientale del 2006, che impone l’uso di contenitori biodegradabili e compostabili, che l’azienda privata avrebbe “fatto sua”. “Posto che il testo unico ambientale D.lgs 20510 che modifica il D. Lgs. 1526 impone all’art. 182- ter che “1. La raccolta separata dei rifiuti organici deve essere effettuata con contenitori a svuotamento riutilizzabili o con sacchetti compostabili certificati a norma UNI EN 13432-2002” e che quindi i produttori dei rifiuti debbano soddisfare questo requisito – scrive ancora Pulvirenti – ci chiediamo con quale autorità questo impianto imponga una legge la cui competenza è regionale. Ci chiediamo inoltre come sia possibile che un impianto appena autorizzato non abbia la tecnologia necessaria delle macchine per rompere i sacchi e separare la plastica dall’umido; apparecchiature molto semplici che devono certamente essere in dotazione in questo tipo di impianti”.
Un aspetto non indifferente, considerata la quantità di rifiuto organico che viene restituito al mittente – con costi doppi, dato che poi è necessario conferirlo in discarica – perché sporco e inutilizzabile. Come evidenzia ancora Rifiuti zero, “Il rischio serio – conclude Pulvirenti – è che, ancora una volta, nella mancanza totale di pianificazione, a rimetterci sarà sempre e solo il cittadino e che dall’inerzia della Pubblica amministrazione si renda ancora più fragile il già delicatissimo sistema della gestione dei rifiuti che in alcuni comuni sta timidamente raggiungendo traguardi importanti”.
Per questo, l’associazione ha invitato tutti i primi cittadini della provincia a chiedere alla Regione di intervenire immediatamente per imporre all’impianto, “sempre se già non previsto in fase di autorizzazione, di munirsi delle apparecchiature necessarie a garantire sia una continuità delle buone pratiche già messe in atto nei comuni che un elevato livello di protezione ambientale”.
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16 Giugno 2014, 11:00