08 Marzo 2014, 14:56
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CEFALU’ (PALERMO) – Una truffa studiata in ogni dettaglio, con tanto di blocchetto d’assegni pronto a raggirare ignari titolari di negozi di ciclomotori. A metterla a segno a Cefalù, in provincia di Palermo, due donne ed un uomo per i quali è scattata la denuncia. Per la precisione, si tratta di S.D, una parrucchiera 34enne, S.R, la zia di 54 anni e il compagno della prima, M.R un 43enne.
Gli uomini del commissariato diretto da Manfredi Borsellino si sono messi sulle tracce dei tre dopo la denuncia di uno dei rivenditori: due donne avevano staccato un assegno a lui intestato per l’acquisto di uno scooter, un Kimko Like dal valore di duemila euro, ma al suo arrivo in banca si era trovato di fronte ad un’amara scoperta. In quel conto, infatti, non c’era nemmeno un centesimo. Eppure quelle due donne gli erano sembrate persone perbene, la parrucchiera, una donna ammaliante e dai modi gentili, gli aveva ispirato fiducia.
Proprio come la donna più adulta, che aveva firmato l’assegno mostrando la sua carta d’identità. Nel frattempo, il compagno della parrucchiera, titolare di un negozio a Palermo, era entrato in azione in un altro negozio, dove aveva acquistato una bici elettrica. Lui, con esperienza nei raggiri insieme alla 34 enne – dalle indagini è venuta a galla una truffa messa a segno alcuni anni fa dai due, ai danni di agenzie finanziarie – era riuscito, con lo stesso metodo, a comprare i mezzi a due ruote senza sborsare un euro e con tanto di immatricolazione. Il cercho si è chiuso quando gli agenti hanno passato al setaccio le abitazioni dei tre.
Quella della zia della parrucchiera è stata rintracciata con difficoltà: il domicilio indicato sul documento di identità non corrispondeva a quello attuale ed era nel frattempo diventato meta di un vero e proprio “pellegrinaggio” di creditori. Le bici elettriche acquistate erano già state rivendute, mentre il ciclomotore, già utilizzato e non più in condizioni impeccabili, è stato riconsegnato al rivenditore, il titolare di “Tuttomoto” che si trova in via Vazzana, nella cittadina normanna. Le indagini sono tuttora in corso per accertare quante truffe siano state di preciso messe a segno dalla banda, considerando che da quello stesso libretto d’assegni erano stati staccati titoli dic redito per l’acquisto di lampadari, mobili, casalinghi ed oggetti di ogni tipo per la casa.
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08 Marzo 2014, 14:56