11 Novembre 2011, 13:29
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Avrebbe pagato tremila euro in cambio di un pacchetto di sessanta voti. Per questo motivo, i pm Gaetano Paci e Lia Sava hanno chiesto otto anni per l’europarlamentare del Pid Antonello Antinoro, accusato di voto di scambio: secondo l’accusa, infatti, il politico avrebbe versato la mazzetta nel 2008, in occasione delle elezioni regionali.
Le indagini su Antinoro sono iniziate con l’operazione Eos. Negli atti di quel blitz, che smantellò il mandamento di Resuttana, emersero anche le accuse nei confronti del politico: i soldi versati dall’europarlamentare, secondo i magistrati, sarebbero stati utilizzati per pagare il legale di Salvatore Genova, accusato di essere il reggente del mandamento.
Ad accusare Antinoro sono i pentiti Manuel Pasta e Michele Visita. Il secondo, in particolare, ha raccontato di aver partecipato a riunioni a scopo elettorale a casa di un medico, Domenico Galati, alle quali sarebbe stato presente anche Antinoro. Proprio a casa di Galati ci sarebbe stato l’accordo con i mafiosi e poi, in un incontro successivo, lo scambio della mazzetta per ottenere voti. Per Antinoro, che non ha mai negato di aver incontrato Visita, il pagamento era solo per servizi i di ”attacchinaggio” durante la campagna elettorale. Anche Manuel Pasta ha ribadito quanto già messo a verbale nel processo Eos, operazione nella quale è stato coinvolto Antinoro e che ha portato in carcere decine di estortori ed esponenti dei clan di Palermo.
Adesso la parola passa ai legali di Antinoro. Il 2 dicembre, infatti, sarà la volta di Massimo Motisi, che difende il politico. Subito dopo, probabilmente lo stesso giorno, sarà pronunciata la sentenza.
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11 Novembre 2011, 13:29