Comune, a un passo dal dissesto |Parlato: “Occorre maggior rigore”

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28 Dicembre 2016, 14:37

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CATANIA – A un passo dal dissesto. Nonostante le folli corse, le pressioni, i voti del Consiglio e quanto affermato dagli amministratori sull’opera di risamento avviata, il Comune di Catania si trova ancora in brutte, bruttissime acque dal punto di vista finanziario. L’ultima delibera della Sezione autonomie della Corte dei Conti nazionale, in risposta ai quesiti posti sulla situazione di Catania dai magistrati contabili palermitani, lascia infatti pochi dubbi alle interpretazioni, evidenziando in più di un passaggio come, lo strumento dato agli enti locali per rientrare dei debiti sia stato studiato dal legislatore non come escamotage per rinviare il dissesto. “Il ricorso alla procedura di riequilibrio non può rivelarsi un artificioso escamotage con il quale si evita la dichiarazione di dissesto”, si legge nella nota, in riferimento alla corretta interpretazione dell’articolo 243 – quater, comma 7 del Tuel, e al “grave e reiterato mancato rispetto degli obiettivi intermedi”.

Non che questa sia la prima volta che la Corte dei conti palermitana bacchetta il Comune etneo per il mancato raggiungimento degli obiettivi e la permanenza di criticità evidenti. Queste riguardano, tra le altre, il “significativo scostamento tra l’originaria programmazione e i risultati conseguiti dall’ente”,  “il notevole incremento del disavanzo di amministrazione rispetto alla quantificazione operata in sede di piano di riequilibrio,  “effetti peggiorativi connessi alla riaccertamento straordinario dei residui che hanno portato un maggiore disavanzo di 580 milioni di euro”,  “l’emersione successivamente all’adozione del piano di riequilibrio di un significativo volume di debiti fuori bilancio nonché di gradi di regolarità procedurale per la regolazione contabile degli stessi”,  “la sussistenza di rilevanti passività potenziali correlati al contenzioso precedente e dai rapporti di debito credito con le società partecipate”,  “la mancata costituzione del fondo rischi spese legali in relazione al contenzioso”, “entrate limitate”, “progressiva crescita dei residui attivi e tensione accertate sul versante della liquidità tra le criticità segnalate dalla corte”.

Ma stavolta, la sezione autonomie, conclude circa la sussistenza, nel caso di specie, dei presupposti per la dichiarazione di dissesto rimarcando la mancata risoluzione delle criticità rilevate nel corso degli ultimi esercizi finanziari. E lo mette nero su bianco. Una situazione delicata, come conferma lo stesso assessore al Bilancio, Salvatore Parlato, che evidenzia come la nota si riferisca al piano di riequilibrio approvato nel 2013, e non certo a quello rimodulato – anche perché questo pare non sia stato ancora trasmesso ai giudici contabili della Corte romana  – ma come, in ogni caso, le cose si siano aggravate. “La sezione autonomie dice che la Corte dei conti può agire per la dichiarazione di dissesto – ammette – e questo ci impone maggiore rigore”.

Il problema secondo l’assessore al bilancio sarebbe riferibile principalmente all’anno 2014 un anno in cui, in effetti, secondo il delegato della giunta Bianco molti dei parametri del piano di rientro non sarebbero stati rispettati. Elementi di criticità che si sarebbero riversati anche negli anni successivi creando gli allarmi nella  Corte dei conti. “Nel 2015 e 2016 si è cercato di correggere le criticità del 2014 – continua l’assessore – e il piano di riequilibrio è stato rimodulato con un’ottica non dilatoria, proprio per renderlo credibile. Noi pensiamo di poter difendere questa posizione – precisa- e portare avanti equilibrio in modo coerente con la normativa”.

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Ma, perché c’è un ma, il nuovo Piano deve ancora essere vagliato dai magistrati contabili della Corte dei conti che ne verificherà il contenuto. Al momento, come si legge nella delibera della la sezione autonomie, “in punto di fatto non risulta specificato se il Comune si sia avvalso di detta facoltà (di rimodulare il piano n.d.r.) e abbia dato corso ad una rivisitazione degli originari contenuti del piano di riequilibrio”.

“Da questo momento in poi siamo coscienti del fatto che il Prefetto può attivare la procedura di dissesto, ma è tutto relativo al vecchio piano. Ci sarà da valutare quello nuovo come stato fatto nel 2015. Noi pensiamo di avere già in parte colmate alcune delle osservazioni della Corte – conclude Parlato – e adesso, con il bilancio  2017, procederemo a eliminare le altre criticità”.

 

 

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28 Dicembre 2016, 14:37

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